mercoledì 16 gennaio 2008

CAPITOLO 5: L'EPOCA DELLA CHIESA PERGAMIANA

Apocalisse 2:12-17
“E all’angelo della chiesa in Pergamo scrivi: Queste cose dice Colui Che ha la spada affilata a due tagli:
Io conosco le tue opere e dove tu abiti, là dove Satana ha il suo trono; tuttavia tu rimani fedele al Mio Nome e non hai rinnegato la fede in Me neppure nei giorni in cui il Mio fedele testimone Antipa fu ucciso tra di voi, là dove abita Satana.
Ma ho alcune cose contro di te: tu hai colà alcuni che ritengono la dottrina di Balaam, il quale insegnò a Balak a porre un’insidia davanti ai figli d’Israele per farli cadere, inducendoli a mangiare cose sacrificate agli idoli e a fornicare.
Così hai pure alcuni che ritengono la dottrina dei Nicolaiti, la qual cosa Io odio.
Ravvediti dunque, altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della Mia bocca.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: a chi vince io darò da mangiare della manna nascosta; e gli darò una pietruzza bianca, e sulla pietruzza sta scritto un nuovo nome che nessuno conosce, se non colui che lo riceve.”
PERGAMO
Pergamum (nome primitivo) era situata in Misia, in una regione bagnata da tre fiumi e tramite uno di questi essa comunicava col mare. Essa fu descritta come la più illustre città dell’Asia. Essa era una città di cultura ed aveva una biblioteca che era seconda solo a quella di Alessandria. Eppure essa era una città di grande peccato, data a riti licenziosi nell’adorazione a Esculapio, che adoravano nella forma di un serpente vivente, il quale era nutrito e viveva nel tempio. In questa bella città, con giardini irrigati, viali pubblici e parchi, viveva un piccolo gruppo di zelanti credenti i quali non si erano lasciati ingannare dalla bellezza, ma aborrivano quel culto Satanico che riempiva quel luogo.
L’EPOCA
L’Epoca Pergamiana durò circa trecento anni, dal 312 al 606 d.C.
IL MESSAGGERO
Servendoci della nostra regola dataci da Dio per la scelta del messaggero di ciascuna epoca, cioè, la scelta di colui il cui ministero si avvicinò di più a quello del primo messaggero, Paolo; noi dichiariamo senza esitazione che il messaggero di Pergamo è Martino. Martino nacque in Ungheria nel 315. Però, la sua attività si svolse in Francia ove, quale vescovo, egli operò in Tours e dintorni. Egli morì nel 399. Questo grande santo fu lo zio di un altro meraviglioso Cristiano; San Patrizio d’Irlanda.
Martino si convertì a Cristo mentre seguiva la carriera militare. Fu proprio quando era ingaggiato in questa attività che ebbe luogo un grande miracolo. Si racconta che un mendicante giaceva ammalato nelle strade della città dove Martino si trovava di stanza. Il freddo invernale era più rigido di quanto quel poveretto potesse sopportare, dato che egli era poveramente vestito. Nessuno aveva prestato attenzione alle sue necessità, finquando Martino non passò per la sua strada. Vedendo la condizione di questo povero uomo e non avendo un secondo mantello da dargli, egli si tolse il mantello, con la spada lo tagliò in due, ed avvolse la stoffa intorno all’uomo intirizzito dal freddo. Si occupò di lui il meglio che poté, poi continuò per la sua strada. Quella notte, il Signore Gesù gli apparve in una visione. Egli stava lì, come un mendicante, avvolto con la metà del mantello di Martino. Egli gli parlò dicendo: “Martino, sebbene tu sia soltanto un catecumeno, tu Mi hai avvolto con questo mantello.” Da quel momento in poi, Martino cercò di servire il Signore con tutto il suo cuore. La sua vita divenne una serie di miracoli, manifestando così la potenza di Dio.
Dopo aver lasciato l’esercito ed essendo divenuto un responsabile nella chiesa, egli prese una chiara posizione contro l’idolatria. Egli tagliò i boschi, frantumò le statue e tirò giù gli altari. Quando dai pagani gli fu chiesto il perché di questi suoi atti, egli li sfidò quasi nel medesimo modo in cui fece Elia coi profeti di Baal. Egli si offrì per essere legato ad un albero inclinato, cosicché quando lo tagliavano esso l’avrebbe schiacciato a meno che Dio non fosse intervenuto per far cadere l’albero dall’altra parte. Quegli astuti pagani lo legarono allora ad un albero che cresceva sul fianco di una collina, sicuri che il naturale peso di gravità avrebbe fatto cadere l’albero, e così l’avrebbe schiacciato. Ma proprio mentre l’albero cominciava a cadere, Dio lo fece oscillare verso l’alto della collina, contrariamente a tutte le leggi della natura. Alcuni di quei fuggitivi pagani vennero schiacciati dall’albero che cadde su di loro.
Gli storici riconoscono che, almeno in tre occasioni, egli risuscitò dei morti tramite la fede nel Nome di Gesù. In una circostanza egli pregò per un bimbo morto. Come Eliseo, egli distese se stesso sopra il bambino, e pregò. Il piccino ritornò in vita ed in salute. In un’altra occasione, egli fu chiamato per aiutare a liberare un fratello che, durante un periodo di grande persecuzione, veniva portato via per essere ucciso. Quando egli arrivò sul luogo, quel povero uomo era già morto. Essi lo avevano impiccato ad un albero. Il suo corpo era ormai senza vita ed i suoi occhi erano usciti dalle orbite. Ma Martino lo tirò giù e, dopo che ebbe pregato, l’uomo fu riportato in vita e ritornò alla sua gioiosa famiglia.
Martino non temette mai il nemico, indipendentemente da chi esso fosse. Cosi, egli andò ad affrontare personalmente un malvagio imperatore il quale era responsabile della morte di molti santi ripieni di Spirito. L’imperatore non volle concedergli un’udienza, allora Martino andò a trovare un amico dell’imperatore, un certo Damasus, che era un crudele vescovo di Roma. Ma siccome il vescovo era un Cristiano nominale, della falsa vite, non volle intercedere. Martino allora ritornò al palazzo, ma ora i cancelli erano già stati chiusi ed essi non gli permisero di entrare. Egli si gettò con la faccia a terra davanti al Signore e pregò affinché egli potesse entrare nel palazzo. Egli udì una voce che gli diceva di alzarsi. Quando lo fece, egli vide che i cancelli si aprivano da se stessi. Egli andò dentro la corte. Ma quell’arrogante imperatore non volle nemmeno girare la testa per parlare con lui. Martino allora pregò di nuovo. Improvvisamente, dalla sedia del trono si sprigionò spontaneamente del fuoco e l’infelice imperatore dovette subito darsela a gambe. Certo, il Signore umilia l’orgoglioso ed esalta l’umile!
Il suo zelo nel servire il Signore era tale che il diavolo ne era fortemente irritato. I nemici della verità assoldarono degli assassini per uccidere Martino. Essi penetrarono furtivamente nella sua abitazione e quando essi furono pronti ad ucciderlo, egli si levò in piedi e porse il suo collo alla spada. Mentre essi si facevano avanti, d’improvviso la potenza di Dio li scaraventò all’indietro nella stanza. Essi erano così sopraffatti da quella santa e spaventosa atmosfera che caddero carponi sulle loro mani e ginocchia, implorando perdono per avere attentato alla sua vita.
Molto spesso quando gli uomini sono usati dal Signore in modo speciale, si gonfiano di orgoglio. Ma non fu così con Martino! Egli rimase sempre l’umile servitore di Dio. Una sera, allorché stava preparandosi per salire sul pulpito, un mendicante venne nel suo studio e gli chiese qualche indumento. Martino indirizzò il mendicante al suo diacono. Quel rude diacono gli ordinò di andarsene. Allora egli ritornò da Martino. Martino si alzò e dette al mendicante la sua stessa bella mantellina, poi pregò il diacono che gli portasse un’altra mantellina di qualità inferiore. Quando quella sera Martino predicò la Parola, il gregge di Dio vide una soffice luce bianca intorno alla sua persona.
Di certo questi fu un grande uomo, un vero messaggero per quella epoca. Non fu mai desideroso di altro che piacere a Dio; egli visse una vita molto consacrata. Non lo si sarebbe mai potuto indurre a predicare senza che prima egli avesse pregato e fosse in una condizione spirituale, tale da sapere ed annunziare tutto il consiglio di Dio, tramite lo Spirito Santo disceso dal cielo. Spesso egli teneva la gente in attesa, mentre pregava per avere la piena certezza.
La semplice conoscenza riguardo a Martino ed al suo potente ministero, potrebbe far pensare a qualcuno che la persecuzione dei santi si fosse mitigata. Ma non fu così! Essi continuavano ad essere distrutti dal diavolo per mezzo dei malvagi. Essi venivano bruciati al palo. Essi venivano inchiodati ai pali con la testa in giù, poi mollavano dei cani selvatici che piombavano loro addosso, tanto che i cani tiravano via la loro carne e gli intestini, lasciando che quelle vittime morissero in quelle terribili torture. Dei neonati venivano strappati da madri incinte e gettati ai maiali. I seni delle donne venivano tagliati via, ed esse erano forzate a stare in piedi, mentre ad ogni battito di cuore il sangue veniva fuori fino a che esse cadevano morte. Ma la tragedia era ancora più grande quando si realizza il pensiero che ciò non era solo l’opera dei pagani, ma molte volte questo era fatto dai cosiddetti Cristiani, i quali credevano di fare un favore a Dio nello sterminare questi fedeli soldati della croce che si tenevano saldamente alla Parola e all’obbedienza dello Spirito Santo. Giov. 16:2: “Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi l’ora viene che chiunque vi ucciderà penserà di rendere un servizio a Dio.” Mat. 24:9: “Allora vi sottoporranno a supplizi, e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del Mio Nome.”
Tramite segni e prodigi, tramite la potenza dello Spirito, Martino fu certamente confermato quale il messaggero per quella epoca. Non solo egli fu dotato di un grande ministero, ma egli stesso rimase sempre fedele alla Parola di Dio. Egli combatté l’organizzazione. Egli si oppose al peccato degli ambienti altolocati. Egli fu un campione della verità in parole e nei fatti, e visse una vita Cristiana pienamente vittoriosa.
Un biografo lo descrisse in questo modo: “Nessuno lo ha mai visto in collera o irritato, né rattristato o ridere. Egli era sempre lo stesso, sembrando come qualcosa al di là del mortale, portando nel suo contegno una sorta di gioia celestiale. Sulle sue labbra non vi era mai altro che Cristo, nel suo cuore non vi era altro che pietà, pace e compassione. Spesso egli piangeva anche per i peccati dei suoi denigratori i quali, quando egli era quieto o assente, lo attaccavano con le loro labbra da vipera e la loro lingua velenosa. Molti lo odiavano a causa delle virtù che essi stessi non possedevano né potevano imitare; e, ahimè! i suoi più accaniti assalitori erano i vescovi.”
IL SALUTO
Ap. 2:12: “Queste cose dice Colui Che ha la spada affilata a due tagli.”
Il messaggio alla terza epoca della chiesa sta per farsi avanti. Il terzo atto di questo dramma che si sta svolgendo, cioè “Cristo nel mezzo della Sua chiesa,” sta per essere rivelato. Con la voce come quella di una tromba, lo Spirito presenta Questo Ineguagliabile, come: “Colui Che ha la spada affilata a due tagli.” Come è molto diversa questa presentazione dal tempo in cui Pilato introdusse l’Agnello di Dio, sarcasticamente vestito di un mantello di porpora, battuto e coronato di spine, dicendo: “Ecco il vostro Re!” Ora però, vestimenti regali e corona di gloria stanno sul risorto Signore, ‘Cristo, la potenza di Dio.’
In queste parole, ‘Colui Che ha la spada acuta a due tagli,’ vi è latente un’altra rivelazione della Deità. Voi ricorderete che, nell’Epoca Efesina, Egli venne presentato come l’Iddio Immutabile. Nell’Epoca Smirneana noi Lo vedemmo quale l’UNICO VERO Dio, ed accanto a Lui non ve né altri. Ora, in questa Epoca Pergamiana, vi è una ulteriore rivelazione della Sua Deità, dichiarata tramite la Sua relazione con la spada acuta a due tagli, la quale è la Parola di Dio. Eb. 4:12: “La Parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore.” Ef. 6:17: “Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio.” Ap. 19:13 e 15: “Era vestito di una veste intrisa nel sangue, e il Suo nome si chiama: ‘La Parola di Dio.’ Dalla Sua bocca usciva una spada acuta.” Giov. 1:1-3: “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. Egli era nel principio con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui (la Parola), e senza di Lui nessuna delle cose fatte è stata fatta.” I Giov. 5:7: “Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel Cielo: Il Padre, la Parola e lo Spirito Santo; e questi tre sono UNO.”
Noi ora possiamo vedere la Sua connessione con la Parola. EGLI È LA PAROLA. Questo è Ciò che Egli è: LA PAROLA NEL SUO NOME.
In Giov. 1:1 ove dice che “Nel principio era la Parola”, la radice dalla quale noi prendiamo la nostra traduzione per ‘Parola’ è ‘Logos,’ che significa: ‘il pensiero o il concetto.’ Essa ha il doppio significato di ‘pensiero’ e ‘parlare.’ Ora, un ‘pensiero espresso’ è una ‘parola,’ ‘o parole.’ Non è ciò bello e meraviglioso? Giovanni dice che il concetto di Dio fu espresso in Gesù. E Paolo dice esattamente la stessa cosa in Eb. 1:1-3: “Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di Suo Figlio (Logos), che Egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del Quale ha anche fatto l’universo. Egli, che è lo splendore della Sua gloria e l’impronta della Sua Essenza e che sostiene tutte le cose con la parola della Sua potenza, dopo aver Egli stesso compiuto l’espiazione dei nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà nell’alto dei cieli.” Dio divenne espresso nella persona di Gesù Cristo. Gesù fu la Espressa Immagine di Dio. Di nuovo in Giov. 1:14: “E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi.” La vera sostanza di Dio fu fatta carne, ed abitò fra di noi. Il grande Dio-Spirito, al Quale nessun uomo può avvicinarsi, Che nessun uomo ha visto né potuto ammirare, abitava ora nella carne e dimorò fra gli uomini, esprimendo agli uomini la pienezza di Dio. Giov. 1:18: “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, Che è nel seno del Padre, è Colui che Lo ha fatto conoscere.” Dio, Colui che in certe occasioni aveva manifestato la Sua presenza tramite la nuvola, o colonna di fuoco, provocando paura nel cuore degli uomini; questo Dio, le Cui caratteristiche del cuore vennero fatte conoscere solo tramite la rivelazione dalle parole attraverso i profeti, ora divenne Emmanuele (Dio con noi), dichiarando Se stesso. La parola, ‘dichiarare,’ è presa dalla radice greca che spesso noi interpretiamo per esegesi, e che significa spiegare completamente e rendere chiaro. Questo è ciò che Gesù, la PAROLA Vivente, fece. Egli portò Dio a noi, poiché Egli era Dio. Egli rivelò Dio a noi con una tale perfetta chiarezza che Giovanni poté dire di Lui, in I Giov. 1:1-3: “Quel che era dal principio, Quel che abbiamo udito, (Logos significa parlare) Quel che abbiamo visto coi nostri occhi, Quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della Vita (e la Vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la Vita Eterna Che era presso il Padre, e che è stata manifestata a noi), Quello Che abbiamo visto e udito, noi ve lo annunziamo, affinché anche voi abbiate comunione con noi; e la nostra comunione è col Padre e col Suo Figlio, Gesù Cristo.” Quando Dio venne veramente rivelato, Egli si manifestò nella carne. “Chi ha veduto Me, ha veduto il Padre.”
Ritornando ora in Eb. 1:1-3, noi abbiamo notato che Gesù era la espressa immagine di Dio. Egli era Dio che esprimeva Se stesso in uomo, all’uomo. Ma in questi versi v’è qualcos’altro da notare, specialmente nei versi uno e due. “Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di Suo Figlio.” Io vorrei che voi qui notaste che nella vostra Bibbia la parola ‘per mezzo’ non è correttamente tradotta. Essa dovrebbe essere ‘NEL.’ Non, ‘per mezzo.’ Essa dunque dovrebbe correttamente leggersi così: “Dio parlò anticamente ai padri mediante la Parola NEI profeti”. I Sam. 3:21: “Poiché a Sciloh l’Eterno si rivelava a Samuele mediante la Parola del Signore.” Ciò conferma perfettamente 1a Giov. 5:7: “Lo Spirito e la Parola sono UNO.” Gesù rivelò il Padre. La Parola rivelò il Padre. Gesù fu la Parola Vivente. Gloria a Dio, ancor oggi Egli è quella Parola Vivente!
Quando Gesù era sulla terra, Egli disse: “Non credi tu che Io sono nel Padre e che il Padre è in Me? Le parole che Io vi dico, non le dico da Me stesso. Il Padre che dimora in Me, è Colui che fa le opere.” Giov. 14:10. Qui è chiaramente dichiarato che, la perfetta manifestazione di Dio nel Figlio avvenne mediante lo Spirito che dimorava in Lui, manifestandosi in Parola e opere. Questo è esattamente quanto abbiamo insegnato finora. Quando la sposa ritornerà ad essere una Sposa-Parola, allora ella produrrà le stesse opere che produsse Gesù. La Parola è Dio. Lo Spirito è Dio. Essi sono UNO! Uno non può operare senza l’altro. Se uno ha veramente lo Spirito di Dio, allora egli avrà la Parola di Dio. È così che fu con i profeti. Essi avevano lo Spirito di Dio che dimorava in loro, e la Parola veniva a loro. È così che fu con Gesù. In Lui c’era lo Spirito senza misura e la Parola veniva a Lui. (Gesù prese a fare e ad INSEGNARE. La Mia dottrina non è Mia, ma del Padre Che Mi ha mandato. Atti 1:1; Giov. 7:16.)
Ora, ricordatevi, Giovanni Battista fu entrambi: il profeta ed il messaggero del suo giorno. Egli fu ripieno con lo Spirito Santo fin dal grembo di sua madre. Quando egli stava battezzando al Giordano, la Parola di Dio (Gesù) venne a lui. La Parola viene sempre a colui che è veramente ripieno dello Spirito Santo. Questa è l’evidenza dell’essere ripieni con lo Spirito Santo. Questo è ciò che Gesù disse che sarebbe stata l’evidenza. Egli disse: “Ed Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi in perpetuo, lo Spirito della verità, Che il mondo non può ricevere.” Ora, noi sappiamo cosa è la Verità. “La Tua Parola è Verità.” Giov. 17:17. E di nuovo in Giov. 8:43: “Perché non comprendete voi il Mio parlare? Perché non potete ascoltare la Mia Parola.” Avete notato che Gesù disse che il mondo non può ricevere lo Spirito Santo? Bene, l’ho appena letto in questo verso; neppure la Parola essi possono ricevere. Perché? Perché lo Spirito e la Parola sono uno, e se tu hai lo Spirito Santo, come lo avevano i profeti, allora la Parola verrà a te, e tu La riceverai. In Giov. 14:26: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel Mio nome, vi INSEGNERÀ ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.” Qui troviamo di nuovo che la Parola viene a motivo dello Spirito di Dio. Ed ancora in Giov. 16:13: “Ma quando verrà Lui, lo Spirito di Verità (Parola), Egli vi guiderà in ogni verità (la Tua Parola è verità), perché Egli non parlerà da Se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito (Parola di Dio), e vi annunzierà (Parola) le cose a venire.” (Lo Spirito che reca la Parola di Profezia.) Io vorrei che notaste molto attentamente che, Gesù non disse che l’evidenza dell’essere battezzati con lo Spirito Santo fosse il parlare in lingue, interpretazione, profetizzare, o esultare e danzare. Egli disse che l’evidenza sarebbe che tu sei nella VERITÀ; cioè, essere nella Parola di Dio per la tua epoca. L’evidenza ha a che fare col ricevere la Parola.
In 1a Cor. 14:37: “Se uno si stima essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che vi scrivo sono comandamenti del Signore.” Ora, osservate. La prova che lo Spirito dimora in una persona era di riconoscere e SEGUIRE ciò che il profeta di Dio diede per la sua epoca, mentre egli metteva in ordine la chiesa. A coloro che pretendevano di avere un’altra rivelazione, Paolo dovette dire (verso 36): “È la Parola di Dio proceduta da voi o è Essa pervenuta a voi soli?” L’evidenza che un credente Cristiano è ripieno dello Spirito, non è di produrre la verità (Parola), bensì è ricevere la verità (Parola), crederla ed ubbidirla.
Avete notato in Ap. 22:17, “E lo Spirito e la sposa dicono: ‘Vieni!’—E chi ode dica: ‘Vieni.’” Vedete? La sposa dice la stessa Parola che dice lo Spirito. Ella è una Sposa-Parola, provando così che ella ha lo Spirito. In ogni epoca della chiesa noi udiamo queste parole: “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.” Lo Spirito dà la Parola. Se tu hai lo Spirito, allora tu udrai la Parola per la tua epoca, proprio come quei veri Cristiani presero la Parola per la loro epoca.
Hai afferrato questo ultimo pensiero? Ripeto; ogni epoca della chiesa termina con la medesima ammonizione: “Chi ha orecchi, ascolti (individualmente) ciò che lo Spirito dice alle chiese.” Lo Spirito dà la Parola. Egli ha la verità per ciascuna epoca. Ogni epoca ha avuto i suoi propri eletti, e quel gruppo eletto ha sempre ‘udito la Parola’, e l’ha ricevuta, provando cosi che essi avevano in loro il Seme. Giov. 8:47: “Chi è da Dio, ascolta le Parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio.” Essi rifiutarono la Parola (Gesù) e le Sue Parole per i loro giorni, mentre il vero seme ricevette la Parola perché essi erano da Dio. “E TUTTI i tuoi figliuoli saranno istruiti dal Signore.” (Spirito Santo) Is. 54: 13. In Giov. 6:45 Gesù disse la stessa cosa. L’essere UNO CON LA PAROLA prova se sei da Dio e ripieno dello Spirito. Non c’è altro criterio!
Ma cosa sono allora le lingue e l’interpretazione e gli altri doni? Essi sono manifestazioni. Questo è ciò che insegna la Parola. Leggetelo in 1a Cor. 12:7: “Or a ciascuno è data la MANIFESTAZIONE dello Spirito per l’utilità comune.” Poi Paolo cita per nome queste manifestazioni.
Ora, lo so che sorge una buona domanda e che tutti voi siete ansiosi di chiedere: “Perché la manifestazione non è l’evidenza di essere stati battezzati con lo Spirito Santo, dato che tu certamente non puoi manifestare lo Spirito Santo a meno che tu non sia veramente ripieno dello Spirito?” Ora, io vorrei ben volentieri poter dire che ciò è vero, perché a me non piace urtare la gente o calpestare la loro dottrina; però non sarei un vero servitore di Dio se non vi annunziassi tutto il consiglio di Dio. Ciò è giusto, non è vero? Diamo una breve scorsa a Balaam. Egli era religioso, egli adorava Dio. Egli comprese bene il giusto metodo del sacrificio per accostarsi a Dio; però egli non era un profeta della Vera Progenie, perché egli prese il salario dell’ingiustizia e, peggio di tutto, egli condusse il popolo di Dio nei peccati della fornicazione e idolatria. Eppure, chi oserebbe negare che lo Spirito di Dio si manifestò attraverso di lui in uno dei più bei passi di assoluta accurata profezia che il mondo abbia mai visto? Ma egli non ebbe mai lo Spirito Santo. Ora, dunque, che pensate di Caiafa, il sommo sacerdote? La Bibbia dice che egli profetizzò la maniera in cui il Signore doveva morire. Noi tutti sappiamo che non c’è menzione alcuna che egli sia stato un uomo ripieno di Spirito, né guidato dallo Spirito, come ad esempio il vecchio e caro Simeone o quella dolce santa chiamata Anna. Eppure egli ebbe una genuina manifestazione dello Spirito Santo! Questo noi non possiamo negarlo. Così, dunque, dov’è che la manifestazione è una evidenza? Ciò non è lì! Se tu sei veramente ripieno con lo Spirito di Dio, allora nella tua vita tu avrai l’evidenza della PAROLA. Permettetemi di mostrarvi quanto è profonda per me questa verità e come io la comprenda tramite una rivelazione che Dio mi ha data. Ora, prima che io ve la esponga, vorrei premettere qualcosa. Molti di voi credono che io sia un profeta. Io non dico che lo sono. Voi lo dite. Tuttavia noi sappiamo bene che le visioni che Dio mi dà NON VENGONO MAI MENO. NEPPURE UNA VOLTA. Se qualcuno potesse provare che una sola visione sia mai fallita, io vorrei saperlo. Ora, dato che mi avete seguito fino qui, ecco qui la mia storia.
Molti anni orsono, quando per la prima volta incontrai la gente Pentecostale, mi trovai in una delle loro riunioni all’aperto ove c’era molta manifestazione di lingue, interpretazione di lingue, e profezia. Due predicatori, in particolare, erano ingaggiati in questa specie di parlare più che chiunque degli altri fratelli. I servizi a me piacquero veramente ed ero veramente interessato alle varie manifestazioni, poiché essi avevano qualcosa di veramente reale. Era mio ardente desiderio imparare tutto quel che potevo in merito a questi doni, così a riguardo decisi di parlarne con questi due uomini. Tramite il dono di Dio che risiede in me, io cercai di conoscere lo spirito nel primo uomo, per sapere se egli era o no veramente da Dio. Dopo una breve conversazione con quel caro ed umile fratello, io seppi che egli era un genuino e solido Cristiano. Egli era reale! L’altro giovane uomo, invece, non era affatto come il primo. Egli era vanaglorioso ed orgoglioso, e mentre io parlavo con lui, una visione venne davanti ai miei occhi ed io vidi che egli era sposato con una signora bionda, ma che viveva con una bruna dalla quale aveva avuto due bambini. Se mai vi fosse un’ipocrita, egli ne era uno.
Ora, lasciatemelo dire: io fui turbato! Come non avrei potuto esserlo? Qui c’erano due uomini, uno dei quali era un vero credente, mentre l’altro era un peccaminoso impersonificatore. EPPURE ENTRAMBI STAVANO MANIFESTANDO I DONI DELLO SPIRITO! Io fui scosso da questa confusione. Lasciai la riunione onde cercare Dio per la risposta. Andai da solo in un luogo segreto e lì, con la mia Bibbia, io pregai ed aspettai Dio per la risposta. Non sapendo quale passo della Scrittura leggere, aprii a caso la Bibbia da qualche parte in Matteo. Lessi un poco, e poi misi giù la Bibbia. Ad un tratto un vento soffiò nella stanza che fece girare le pagine della Bibbia fino ad Ebrei, capitolo sei. Io lo lessi, e fui particolarmente toccato da quei strani versi, Eb. 6:4-9: “Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, che sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo, e che hanno gustato la buona Parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile riportarli un’altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e Lo espongono a infamia. Infatti la terra, che beve la pioggia che spesso cade su di essa e produce erbe utili per quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio; ma se produce spine e triboli, è riprovata e vicina ad essere maledetta, e finirà per essere arsa. Ora, carissimi, anche se parliamo così, riguardo a voi siamo convinti di cose migliori e che riguardano la salvezza.”
Chiusi la Bibbia, la misi giù, meditai un po’, e pregai ancora. Ma non avevo ancora risposta. Aprii semplicemente di nuovo la Bibbia, ma non lessi. Improvvisamente, il vento soffiò di nuovo nella stanza, ed ancora una volta girò le pagine ad Ebrei sei, e si fermò lì, mentre il vento cessava di soffiare. Io lessi di nuovo quelle parole, e quando lo feci, lo Spirito di Dio venne nella stanza ed io vidi una visione. Nella visione io vidi un uomo vestito di bianco purissimo che andò avanti in un campo arato di fresco, e vi seminò del grano. Era una splendida giornata, e la semina veniva fatta al mattino. Ma più tardi, verso sera, dopo che il seminatore vestito di bianco se n’era andato, venne un uomo vestito di nero che, furtivamente, seminò altra semenza fra quella che l’uomo vestito di bianco aveva seminato. I giorni passarono—il sole e la pioggia benedirono la terra; ed ecco che un giorno apparve il grano. Che bello esso era! Ma il giorno dopo apparvero le zizzanie.
Il frumento e la zizzania crebbero insieme. Essi presero parte allo stesso nutrimento succhiato dal medesimo suolo. Essi bevvero nello stesso sole e pioggia.
Poi un giorno i cieli si fecero come di rame, e tutte le piante cominciarono a piegarsi ed a morire. Io udii che il frumento alzò la testa e gridò a Dio per la pioggia. Anche le zizzanie alzarono la loro voce supplicando per la pioggia. Poi i cieli si oscurarono e venne la pioggia, e di nuovo il frumento, ora pieno di forza, alzò la sua voce e gridò in adorazione: “Lode al Signore!” Ma con mia meraviglia, io udii che pure la zizzania, rivivificata, alzò lo sguardo e disse: “Alleluia!”
Allora io conobbi la verità di quella riunione all’aperto e della visione. La parabola del Seminatore e del Seme, il sesto capitolo di Ebrei, e la evidente manifestazione di doni Spirituali in un uditorio misto—tutto divenne meravigliosamente chiaro! Il seminatore in bianco era il Signore. Il seminatore in nero era il diavolo. Il campo era il mondo. I semi erano persone: eletti e reprobi. Entrambi presero parte allo stesso nutrimento: acqua e sole. Entrambi pregarono. Entrambi ricevettero aiuto da Dio, giacché Egli fa sì che il Suo sole e la Sua pioggia cadano su entrambi: buoni e cattivi. E sebbene entrambi ebbero la stessa meravigliosa benedizione ed entrambi ebbero la stessa meravigliosa manifestazione, VI ERA PUR SEMPRE UNA GRANDE DIFFERENZA: ESSI ERANO DA SEMI DIFFERENTI.
Qui c’era la risposta anche a Mat. 7:21-23: “Non chiunque Mi dice: ‘Signore, Signore,’ entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre Mio, che è nei cieli. Molti Mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel Tuo Nome, e nel Tuo Nome scacciato demoni, e fatte nel Tuo Nome molte opere potenti?’ E allora dichiarerò loro: ‘Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da Me, voi tutti operatori di iniquità.’” Gesù non nega che essi abbiano fatto opere potenti, cosa che solo lo Spirito Santo può compiere tramite gli uomini. Ma Egli nega persino di averli conosciuti! Essi non erano degli sviati. Essi erano malvagi; non rigenerati, reprobi. Essi erano la progenie di Satana.
Perciò, eccoci qui! Tu NON PUOI pretendere che la manifestazione sia l’evidenza di essere nati dallo Spirito, ripieni di Spirito. Nossignore! Io ammetto che la vera manifestazione è l’evidenza dello Spirito Santo che fa opere potenti, ma ciò NON è l’evidenza che l’individuo sia ripieno dello Spirito, anche se quel tale avesse un’abbondanza di tali manifestazioni.
L’evidenza del ricevere lo Spirito Santo è oggi proprio tale quale essa fu per l’addietro, nel giorno del nostro Signore. Essa è il ricevere la Parola di verità per il giorno in cui tu vivi. Gesù non ha mai dato molta importanza alle Opere quanto invece Egli fece per la Parola. Egli sapeva che se la gente riceveva la PAROLA, le opere sarebbero seguite. Questa è la Bibbia.
Ora, Gesù sapeva che nell’Epoca Pergamiana ci sarebbe stato un terribile allontanamento dalla Parola, il che avvenne duecento anni dopo la visione di Patmos. Egli sapeva che questo andazzo li avrebbe indotti ad andare nell’Epoca Oscura. Egli sapeva che la maniera originale con la quale l’uomo si allontanò da Dio, fu tramite l’aver prima abbandonato la Parola. Se tu lasci quella Parola, tu hai abbandonato Dio. È così che Egli sta presentando Se stesso alla chiesa di Pergamo, anzi in realtà, a tutte le chiese di tutte le epoche: “Io sono la Parola. Se volete avere la Deità in mezzo a voi, allora date il benvenuto e ricevete la Parola. Non lasciate mai che qualcuno o qualcosa s’intrometta fra voi e quella Parola. Ciò che Io vi sto dando (la Parola) è una rivelazione di Me Stesso. IO SONO LA PAROLA. Ricordatevelo!”
Mi chiedo se siamo sufficientemente coscienti che questa Parola è in mezzo a noi! Lasciate che qui io vi dia un pensiero. Come preghiamo? Noi preghiamo nel Nome di Gesù, non è vero? Ogni preghiera è fatta nel Suo Nome, altrimenti non vi è alcuna risposta. Eppure, in 1a Giov. 5:14-15 ci è detto: “Questa è la sicurezza che abbiamo davanti a Lui: se domandiamo qualche cosa secondo la Sua volontà, Egli ci esaudisce. E se sappiamo che Egli ci esaudisce in qualunque cosa Gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che Gli abbiamo chiesto.” Ora, chiediamoci: “Quale è la volontà di Dio?” Vi è solo UN MODO per conoscere la Sua volontà e cioè; tramite LA PAROLA DI DIO. Lam. 3:37: “Chi mai dice una cosa che s’avveri, se il Signore non l’ha comandato?” Eccola qui! Se non è nella Parola, allora non potete ottenerla. Così, noi non possiamo chiedere a meno che essa non sia nella Parola, e noi non possiamo supplicare né chiedere se non è nel Suo Nome. Eccolo qui di nuovo! GESÚ (il Nome) è la PAROLA (volontà). Tu non puoi separare Dio e la Parola. Essi sono UNO.
Ora, dunque, questa Parola che Egli ci ha lasciata stampata su pagine, è una parte di Sé, quando tu l’accetti per fede in una vita ripiena dello Spirito. Egli disse che la Sua Parola è vita. Giov. 6:63. Ma questo è esattamente ciò che Egli è: Giov. 14:6: “Io sono la Via, la Verità e la Vita.” Rom. 8:9: “Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a Lui.” Eccolo qui! Egli è Spirito ed Egli è Vita. Questo è esattamente ciò che è la Parola; questo è esattamente ciò che è Gesù. Egli è la Parola. Così, quando un uomo nato dallo Spirito, e ripieno dello Spirito, tiene per fede quella Parola nel suo cuore e la pone sulle sue labbra, ebbene, ciò è lo stesso come se parlasse la Deità. Ogni montagna deve andarsene. Satana non può sussistere davanti ad un tale uomo.
Se la chiesa, là dietro, in quella terza epoca, si fosse soltanto tenuta ferma alla rivelazione della vivente Parola in mezzo a loro, la potenza di Dio non sarebbe sparita come avvenne in quelle Epoche Oscure. Ed anche oggi, quando la chiesa ritorna per fede alla Parola, senza dubbio possiamo dire che la gloria di Dio e le meravigliose opere di Dio saranno di nuovo in mezzo a lei.
Una notte, mentre io cercavo il Signore, lo Spirito Santo mi disse di prendere la mia penna e di scrivere. Non appena presi la penna per scrivere, il Suo Spirito mi diede un messaggio per la chiesa. Io desidero trasmettervelo...Esso ha a che fare con la Parola e la sposa.
“Questo è quanto cerco di dirvi. La legge della riproduzione è che ciascuna specie produca secondo la propria specie, proprio come è in Gen. 1:11: “Poi Dio disse: ‘Produca la terra della verdura, dell’erbe che faccian seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra.’ E così fu.” Qualunque vita fosse nel seme venne fuori in una pianta e poi nel frutto. La stessa legge si applica oggi alla chiesa. Qualunque seme iniziò la chiesa, si manifesterà e sarà come il seme originale, poiché esso è lo stesso seme. In questi ultimi giorni la vera Chiesa-Sposa (la semenza di Cristo) verrà alla Pietra della Vetta, ed ella sarà la super chiesa, una super razza, dato che ella assomiglia a Lui. Coloro che sono nella sposa saranno così simili a Lui tanto che essi saranno perfino alla Sua stessa immagine. Questo avviene affinché si possa essere uniti con Lui. Essi diverranno uno. Essi saranno l’esatta manifestazione della Parola dell’Iddio vivente. Le denominazioni (falsa semenza) non possono produrre ciò. Essi produrranno i loro credi ed i loro dogmi, mescolati con la Parola. Questo imbastardimento produrrà un prodotto ibrido.
Il primo figlio (Adamo) fu la semenza-Parola parlata di Dio. A lui fu data una sposa per riprodurre se stesso. Questa è la ragione per cui gli fu data una sposa, per riprodurre se stesso; per riprodurre un altro figlio di Dio. Ma ella cadde! Ella cadde tramite l’ibridizzazione. Ella gli causò la morte.
Al secondo Figlio (Gesù), pure una Semenza-Parola parlata di Dio, gli fu data una sposa come lo fu per Adamo. Ma prima che Egli potesse sposarla, anche ella cadde. Ella, come la moglie di Adamo, fu messa alla prova per vedere se avesse creduto la Parola di Dio e vivere, oppure dubitare la Parola e morire. Ella dubitò. Ella lasciò la Parola. Ella morì!
Da un piccolo gruppo della vera semenza della Parola, Dio presenterà Cristo con una sposa amata. Ella è una vergine della Sua Parola. Ella è una vergine perché non conosce alcun credo o dogma fatto dall’uomo. Tramite, ed attraverso i membri della sposa, sarà compiuto tutto quel che Dio promise che sarebbe manifestato nella vergine.
La parola della promessa venne alla vergine Maria. Ma quella Parola di promessa era Lui, Egli stesso, per essere manifestato. Dio fu reso manifesto! Lui, Lui stesso agì in quel tempo e adempì la Sua propria Parola di promessa nella vergine. Fu un angelo che recò a lei il messaggio. Ma il messaggio dell’angelo era la Parola di Dio. Is. 9:5. In quel tempo Egli poté compiere tutto quello che era scritto di Lui, perché ella accettò la Sua Parola che le era stata rivolta.
I membri della vergine sposa Lo ameranno, ed essi avranno i Suoi potenziali, poiché Egli è il loro capo, ed ogni potestà appartiene a Lui. Essi sono sottomessi a Lui come le membra dei nostri corpi sono sottomesse alle nostre teste.
Notate l’armonia fra il Padre e il Figlio. Gesù non fece mai nulla se prima non Gli fosse stata mostrata dal Padre. Giov. 5:19. Questa armonia ora deve esistere fra lo Sposo e la Sua sposa. Egli le mostra la Sua Parola di vita. Ella La riceve. Ella non La dubita mai. Perciò, nulla può offenderla, nemmeno la morte. Poiché, se il seme è piantato, l’acqua lo farà rinascere di nuovo. Ecco qui il segreto di questo. La Parola è nella sposa (come lo fu in Maria). La sposa ha la mente di Cristo, poiché ella conosce cosa Egli vuole che sia fatto con la Parola. Nel Suo Nome ella esegue il comando della Parola, poiché ella ha il “così dice il Signore.” Allora la Parola viene vivificata tramite lo Spirito, e si adempirà. Come un seme piantato ed annaffiato, esso arriva a piena maturazione servendo così al suo scopo.
Quelli che sono nella sposa fanno solo la Sua volontà. Nessuno potrà farli agire altrimenti. Essi hanno il “così dice il Signore,” o se ne stanno in silenzio. Essi sanno che deve essere Dio in loro che fa le opere, adempiendo la Sua propria Parola. Durante il Suo ministero terreno Egli non completò tutta l’opera Sua, così Egli ora opera nella e tramite la sposa. Questo lei lo sa, poiché allora non era ancora il momento che Lui facesse certe cose che Egli deve fare ora. Ma ora, tramite la sposa, Egli vuole condurre a compimento quell’opera che Egli lasciò da fare per questo specifico tempo.
Prendiamo ora la posizione di Giosuè e Caleb. La nostra terra promessa sta per essere scorta, come lo fu la loro. Ora, Giosuè significa “Geova-Salvatore”, ed egli rappresenta il conduttore del tempo della fine che verrà alla chiesa, come anche Paolo venne quale il conduttore originale. Caleb rappresenta coloro che si tennero fedeli insieme a Giosuè. Ricordatevi; Dio aveva cominciato con Israele quale una vergine della Sua Parola. Ma essi vollero qualcosa di diverso! Così fece pure la chiesa dell’ultimo giorno. Notate come Dio non spostò Israele, né la lasciò entrare nella terra promessa, fino a che non fosse giunto il Suo tempo stabilito. Ora, può darsi che il popolo abbia fatto pressione su Giosuè, il conduttore, dicendo: “La Terra è nostra, lascia che andiamo a prendercela. Giosuè, tu sei ormai sfinito, tu devi aver perso il tuo mandato, tu non hai più la potenza che avevi di solito. Di solito tu ascoltavi Dio e conoscevi la volontà di Dio, ed agivi prestamente. C’è qualcosa in te che non va!” Ma Giosuè era un profeta inviato da Dio ed egli conosceva le promesse di Dio, così egli ne attendeva il compimento. Egli aspettava per una chiara e specifica decisione da Dio e, quando il tempo per spostarsi giungeva, Dio poneva la piena direttiva nelle mani di Giosuè a motivo che egli si era attenuto alla Parola. Dio poteva aver fiducia in Giosuè, ma non negli altri. Così questo si ripeterà in questo giorno finale. Lo stesso problema, la stessa pressione.
Prendete l’esempio che vediamo in Mosé. Questo profeta di Dio, potentemente unto, ebbe una nascita peculiare, essendo nato nel momento giusto per la liberazione della progenie di Abrahamo dall’Egitto. Egli non si trattenne mai in Egitto per argomentare con loro circa la Scrittura, e nemmeno a disputare coi sacerdoti. Egli andò nel deserto fino a che il popolo fosse pronto a riceverlo. Dio chiamò Mosé nel deserto. L’attesa non dipendeva da Mosé, bensì dal popolo, il quale non era ancora pronto a riceverlo. Mosé pensò che il popolo avrebbe compreso, ma essi non lo fecero.
Poi abbiamo Elia, al quale venne la Parola del Signore. Quando egli laggiù cominciò a predicare la verità a quel gruppo, che fu il precursore del gruppo Iezabel Americano, esso non accettò la Parola, allora Dio lo chiamò fuori dal campo e colpì di piaghe quella generazione, per aver rigettato il profeta ed il messaggio che Dio aveva dato. Dio lo chiamò nel deserto ed egli non ne venne fuori neppure per il re. Coloro che cercarono di persuaderlo a farlo, morirono. Ma in visione Dio parlò al Suo fedele profeta. Allora egli uscì dal suo nascondiglio, e riportò la Parola ad Israele.
Poi venne Giovanni Battista, il fedele precursore di Cristo, il potente profeta per il suo giorno. Egli non andò alla scuola di suo padre, né alla scuola dei Farisei—egli non andò nella denominazione, bensì dove Dio lo chiamò: fuori nel deserto. Egli rimase là fino a che il Signore non l’inviò con il messaggio, gridando, ‘Il Messia è vicino!’
Ora, prendiamo qui un ammonimento Scritturale. Non fu proprio ai giorni di Mosé, il quale Dio aveva confermato, che Kore si levò e contrastò quel potente profeta? Egli disputò con Mosé e pretese d’avere altrettanto da Dio da poter condurre il popolo, e che gli altri avevano parte alla rivelazione Divina allo stesso modo di Mosé. Egli negò l’autorità di Mosé. Ora, il popolo di allora, dopo aver udita la vera Parola ed essere al corrente del fatto che un vero profeta era confermato da Dio, ora, dico, quel popolo si lasciò trascinare da Kore e dai suoi accattivanti discorsi. Kore non era un profeta Scritturale, eppure gran parte del popolo, insieme ai loro capi, andò con lui. Così è pure oggi con gli evangelisti, con i loro programmi da vitello d’oro: come Kore! Essi sembrano buoni alla gente, come allora lo sembrò Kore. Essi hanno del sangue sulle loro fronti, olio sulle loro mani e palle di fuoco sul pulpito. Essi permettono alle donne di predicare, lasciano che le donne si taglino i loro capelli, portino pantaloni e pantaloncini, e a motivo dei loro credi e dogmi, scavalchino la Parola di Dio. Questo mostra che sorta di seme è in loro! Ma non tutto il popolo si voltò contro Mosé e abbandonò la Parola di Dio. No! Gli eletti rimasero con lui. Lo stesso sta avvenendo di nuovo oggigiorno. Molti stanno abbandonando la Parola, ma alcuni restano con Essa. Ma, ricordatevi la parabola del frumento e delle zizzanie! Le zizzanie devono essere legate per essere bruciate. Queste chiese apostate stanno legandosi sempre più e più insieme, preparandosi per il fuoco del giudizio di Dio. Ma il frumento invece sta per essere riunito al suo Maestro!
Ora qui io voglio che stiate molto attenti per vedere ciò. Dio ha promesso che, nel tempo della fine, si adempirà Malachia 4. Questo deve accadere, poiché Essa è la vivente Parola dello Spirito di Dio annunziata tramite il profeta Malachia. Gesù si riferì ad Essa. Questo è proprio prima della seconda venuta di Cristo. Prima del ritorno di Gesù, tutta la Scrittura deve essere adempiuta. Quando verrà quel messaggero di Malachia, allora la dispensazione dei Gentili sarà nella sua ultima epoca della chiesa. Egli si troverà in perfetto accordo con la Parola. Egli prenderà l’intera Bibbia, dalla Genesi all’Apocalisse. Egli inizierà con la progenie del serpente, e andrà avanti fino al messaggero dell’ultima pioggia. Però, egli sarà rigettato dalle denominazioni.
Egli deve esserlo, poiché questa è la storia che si ripete da sé sin dal tempo di Achab. La storia d’Israele sotto Achab, si sta ripetendo proprio qui in America, dove apparirà il profeta secondo Malachia. Come Israele lasciò l’Egitto per adorare in libertà, cacciando via la gente del posto, e divenne una nazione con grandi conduttori quali Davide, ecc., e poi misero sul trono un Achab con una Iezabel dietro di lui per dirigere, così noi abbiamo fatto esattamente la stessa cosa in America. I nostri antenati lasciarono i loro paesi per questa terra, onde adorare e vivere in libertà. Essi cacciarono via i nativi e presero possesso del paese. Sorsero uomini potenti come Washington e Lincoln, ma dopo un po’ a questi degni uomini ne succedettero degli altri di così scarso calibro, tanto che subito un Achab fu messo sulla sedia presidenziale con dietro di lui una Iezabel per dirigerlo. Ed è in un tempo come questo che deve venire il messaggero di Malachia. Poi, nell’ultima pioggia, verrà la dimostrazione del monte Carmelo. Osservate ora questo attentamente, onde lo vediate nella Parola. Giovanni fu il precursore di Mal. 3. Egli seminò per la prima pioggia e fu rigettato tramite le organizzazioni del suo giorno. Gesù venne, ed ebbe la dimostrazione del monte della Trasfigurazione. Il secondo precursore di Cristo seminerà per l’ultima pioggia. Gesù sarà la dimostrazione tra le denominazioni ed i credi, poiché Egli ritornerà per riprendersi la Sua Parola e portare la Sua sposa nel rapimento. La prima dimostrazione avvenne sul monte Carmelo; la seconda fu sul monte della Trasfigurazione, e la terza sarà sul monte Sion.
Lo strano comportamento di Mosé, Elia e Giovanni, che si allontanarono dal popolo dandosi alla solitudine, lasciò molti confusi. Essi non realizzarono che ciò avvenne perché il loro messaggio era stato rigettato. Ma il seme era stato seminato, la seminagione era finita! Il giudizio era prossimo! Essi avevano adempiuto il loro scopo quale un segno per il popolo, così ora il giudizio era prossimo.
Secondo Ap. 13:16, io credo che la sposa avrà da smettere la predicazione, poiché la bestia esigerà il marchio sulla mano o sulla fronte, se si vuole ottenere il permesso per predicare. Le denominazioni prenderanno il marchio, altrimenti saranno forzate a smettere di predicare. Allora verrà l’Agnello, per la Sua sposa e per giudicare la grande prostituta.
Ora, ricordatevi che Mosé nacque per fare una determinata opera, ma egli non poté compiere quell’opera fino a che non ricevette i doni che l’avrebbero abilitato per fare quell’opera. Egli dovette andare fuori nel deserto ed attendere là; Dio aveva un tempo ben stabilito. Sul trono vi doveva essere un certo Faraone, ed il popolo doveva gridare per il pane della vita, prima che Dio lo potesse rimandare indietro. Questo è vero anche per il nostro giorno.
Ma cosa abbiamo noi in questo nostro giorno? Moltitudini stanno operando segni, al punto che ci troviamo ad avere una generazione di cercatori di segni i quali sanno ben poco o nulla circa la Parola, o di un vero agire dello Spirito di Dio. Se essi vedono sangue, olio e fuoco, allora sono felici; non importa quel che è nella Parola! Essi sostengono ogni segno, anche quelli che non sono Scritturali. Ma riguardo a questo Dio ci ha messo in guardia. In Mat. 24 Egli disse che negli ultimi giorni i due spiriti sarebbero stati tanto vicini l’uno all’altro, che soltanto gli eletti saranno in grado di separarli, poiché solo essi non saranno sedotti.
Come potete separare gli spiriti? Fategli semplicemente il test della Parola. Se essi non parlano quella Parola, allora essi sono dal maligno. Come il maligno sedusse le due prime spose, cosí egli tenterà di sedurre la sposa di questo ultimo giorno; tramite il cercare che ella ibridizzi se stessa attraverso i credi, o proprio distogliendola chiaramente dalla Parola per attirarla a qualche segno che le comodi. Ma Dio non ha mai posto i segni al di sopra della Parola! Sono i segni che seguono la Parola, come quando Elia, secondo la Parola del Signore, disse alla donna di preparare prima una focaccia per lui. Quando ella fece ciò che disse la Parola, allora ne seguì il segno appropriato. Venite prima alla Parola, e poi vedrete il miracolo! La semenza-Parola è vivificata dallo Spirito.
Come può un qualunque messaggero inviato da Dio credere solo una parte della Parola e negarne parte di Essa? Il vero profeta di Dio di questo ultimo giorno, proclamerà l’intera Parola. Le denominazioni lo odieranno. Le sue parole forse saranno tanto dure quanto quelle di Giovanni Battista, il quale li chiamò vipere. Però, i predestinati ascolteranno e saranno pronti per il rapimento. La Progenie Reale di Abrahamo, con la fede simile ad Abrahamo, si terrà insieme a lui fermamente alla Parola, poiché essi sono entrambi predestinati.
Il messaggero dell’ultimo giorno apparirà nel tempo stabilito da Dio. Come tutti sappiamo, questo è il tempo della fine, poiché Israele è nella sua patria. Secondo Malachia, ora egli potrebbe venire in qualunque momento. Quando noi lo vedremo, egli sarà votato alla Parola. Egli sarà segnalato (descritto nella Parola. Ap. 10:7.), e Dio confermerà il suo ministero. Egli predicherà la verità, come fece Elia, e si preparerà per la dimostrazione del monte Sion.
Molti lo fraintenderanno, perché la Scrittura è stata loro insegnata in un certo modo che loro considerano esser verità. Così, quando egli verrà contro a ciò, essi non crederanno. Anche alcuni veri ministri fraintenderanno il messaggero, a motivo che molto è stato chiamato verità di Dio tramite i seduttori.
Ma questo profeta verrà, e come gridò il precursore della prima venuta: ‘Ecco, l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo,’ così anche lui senza dubbio griderà: ‘Ecco l’Agnello di Dio che viene nella gloria!’ Egli farà questo poiché, come Giovanni fu il messaggero della verità agli eletti, così è quest’ultimo messaggero agli eletti che sono la sposa nata dalla Parola.”
CRISTO ELOGIA LA CHIESA
Ap. 2:13: “Io conosco le tue opere e dove tu abiti, là dove Satana ha il suo trono; tuttavia tu rimani fedele al Mio Nome e non hai rinnegato la Mia fede neppure nei giorni in cui il Mio fedele testimone Antipa fu ucciso tra voi, là dove abita Satana.”
“Io conosco le tue opere.” Queste sono le identiche parole rivolte ad ognuno dei sette messaggeri relativi al popolo di Dio di ciascuna epoca. Dato che esse furono dette alle due viti (vera e falsa), esse recano gioia ed allegrezza ai cuori di un gruppo, mentre colpiscono di terrore i cuori dell’altro. Perché, sebbene noi siamo salvati per grazia, senza le opere, la vera salvezza produrrà opere o fatti che piacciono a Dio. 1a Giov. 3:7: “Figlioletti, nessuno vi seduca: Chi PRATICA (opera) la giustizia è giusto, come Egli è giusto”. Se tale versetto vuol dire qualcosa, allora esso vuol dire che un uomo È ciò che egli FA. Giac. 3:11: “La fonte emette forse dalla stessa apertura il dolce e l’amaro?” Rom. 6:2: “Noi, che siamo morti al peccato, come vivremo ancora in esso?” Mat. 12:33-35: “O fate l’albero buono e il suo frutto sarà buono, o fate l’albero malvagio e il suo frutto sarà malvagio; infatti l’albero lo si conosce dal frutto. Razza di vipere! Come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché la bocca parla dell’abbondanza del cuore. L’uomo buono, dal buon tesoro del cuore, trae cose buone; ma l’uomo malvagio, dal suo malvagio tesoro, trae cose malvagie.” Ora, se un uomo è nato dalla Parola (Nato di nuovo, non da seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della Parola di Dio vivente e che dura in eterno. 1a Pietro 1:23) allora egli produrrà la Parola. Il frutto, o le opere della sua vita, saranno un prodotto secondo il tipo di seme o vita che è in lui. Le sue opere, quindi, saranno Scritturali. Oh, che terribile accusa sta per essere questa verità contro l’Epoca Pergamiana! Ecco qui stare l’Incomparabile, con nella Sua mano la spada acuta a doppio taglio, la Parola di Dio. Ed è quella Parola che ci giudicherà nell’ultimo giorno. Infatti, la Parola sta giudicando anche ora, poiché Essa discerne i pensieri e le intenzioni del cuore. Essa taglia nettamente il carnale dallo spirituale. Essa ci fa essere epistole viventi, lette e conosciute da tutti gli uomini, alla gloria di Dio.
“Io conosco le tue opere.” Se un uomo teme di non poter piacere a Dio, allora che metta in pratica la Parola. Se un uomo si chiede se egli potrà udire quelle parole: “Ben fatto, buono e fedele servitore”, allora che metta in pratica la Parola di Dio nella sua vita, ed egli udrà di certo quelle parole di lode. La Parola di verità fu il criterio di allora; anche ora è lo stesso criterio. Non esiste un altro modello! Non c’è un altro piombino! Dato che il mondo sarà giudicato tramite un Gesù Cristo, così allora esso sarà giudicato tramite la Parola. Se un uomo vuole sapere come cavarsela, allora che faccia come suggerisce Giacomo: “Guarda nello specchio della Parola di Dio”.
“Io conosco le tue opere.” Mentre Egli se ne stava là, con la Parola, esaminando la loro vita alla luce del progetto che Egli aveva dispiegato per loro, Egli deve essersi rallegrato oltre misura poiché loro, come gli altri che erano stati prima, stavano sopportando la persecuzione degli ingiusti tenendosi ancor gioiosamente attaccati al Signore. Sebbene esso fosse un tempo difficile per servire il Signore, ciononostante essi Lo servirono e Lo adorarono in Ispirito e in verità. Ma non fu così però con la falsa vite. Ahimè! Questi avevano ripudiato la vita che è fondata sulla Parola, ed ora si allontanavano sempre più e più dalla verità. Le loro azioni testimoniavano degli abissi in cui essi erano sprofondati.
TU RITIENI FERMAMENTE IL MIO NOME
“A chi ce ne andremo noi? Tu solo hai parole di vita eterna!” Allora essi si tennero fermamente; anche ora essi si tenevano fermi, non però in modo fatalistico come uomini che vivono una vita sterile. Essi si tennero fermamente nella Sua forza, con la certezza dello Spirito di essere uno in Lui. La loro era una conoscenza certa che i loro peccati erano stati perdonati e che perciò portavano il nome di ‘Cristiani’ quale testimonianza. Essi conoscevano ed amavano quel Nome che era al di sopra di ogni nome. Le loro ginocchia si erano piegate a quel Nome. Le loro lingue lo avevano confessato. Qualunque cosa facessero, facevano tutto nel Nome del Signore Gesù. Essi avevano confessato quel Nome e si ritraevano dal male, ed avendo preso la loro posizione, essi erano ora preparati a morire per quel Nome, essendo certi di una migliore risurrezione.
Prendi teco il Nome di Gesù,
Figlio di sofferenza e di dolore.
Esso ti darà gioia e conforto.
PrendiLo dunque ovunque vai.
Nome Prezioso, O com’è dolce!
Speranza in terra e gioia del cielo.

Già fin dal secondo secolo, quelle parole “Padre, Figlio e Spirito Santo” erano per molti sinonimo di ‘Trinità,’ e l’idea politeistica di tre Dèi nella falsa chiesa era già diventata dottrina. Non trascorse molto tempo che il Nome fu tolto via, come infatti avvenne in questa epoca; ed al suo posto i titoli di QUELL’UNICO GRANDE IDDIO sarebbero stati i sostituti del NOME: Signore Gesù Cristo. Mentre i molti apostatarono abbracciando una trinità e battezzando usavano i titoli della Deità, il Piccolo Gregge continuò a battezzare nel Nome di Gesù Cristo, tenendosi così attaccato alla verità.
Con così tanti che disonorano Dio, cambiandoLo in tre dèi, e cambiando in titoli il Suo prezioso Nome, uno potrebbe chiedersi se i segni ed i prodigi che seguono un tale grande Nome sarebbero ancora presenti fra il popolo. Infatti quei segni erano potentemente e meravigliosamente manifestati, benché non di certo nella falsa vite. Uomini come Martino erano grandemente usati, e Dio rendeva loro testimonianza sia con segni che con prodigi e doni dello Spirito Santo. Quel Nome era ancora efficace come sempre è stato e come sempre sarà, ove i santi Lo onorano attraverso la Parola e la fede.
E NON RINNEGASTI LA MIA FEDE
In Atti 3:16, quando chiesero a Pietro come era avvenuto quel potente miracolo sullo zoppo alla Porta detta Bella, egli lo spiegò in questo modo: “E il Suo Nome (Gesù), la fede nel Suo Nome (Gesù), ha reso quest’uomo (prima storpio) forte; sì, la fede che si ha (da) per mezzo Suo (Gesù), ha dato a lui (l’uomo) questa completa guarigione in presenza di tutti voi.” Vedete? Eccolo qui! Il Nome di Gesù, e la Fede di Gesù, operarono questo miracolo. Pietro non sostenne che fosse stata la sua propria fede umana e tanto meno che fosse il suo proprio nome. Egli disse che fu il Nome di Gesù, usato nella fede che viene da Gesù, che compì quella grande opera. Questa è la fede di cui parlò il Signore in Ap. 2:13. Essa fu la SUA fede. Essa non fu fede IN Lui. Bensì essa era la SUA PROPRIA fede che Egli aveva data ai credenti. Rom. 12:3: “Secondo la misura della fede che Dio ha distribuito a ciascuno (secondo il versetto uno, si vede che questo ‘ciascuno’ sono FRATELLI).” Ef. 2:8: “Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò (la Fede) non viene da voi, è il dono di Dio”. Pure in Giacomo 2:1 dice: “Fratelli miei (notate, anche lui sta parlando a FRATELLI), non associate favoritismi personali alla fede DEL (non nel) nostro Signor Gesù Cristo.”
In questa Epoca Pergamiana, ove gli uomini stavano umanizzando la salvezza, essendo che si erano allontanati dalla verità che la “Salvezza viene dal Signore,”—misero da parte la dottrina della elezione ed aprirono largamente la porta della chiesa e della loro comunione, a chiunque ed a tutti coloro che si sottoscrivevano ai loro statuti (senza tener conto della Parola); in questa epoca di rapida degradazione, vi erano tuttavia i pochi i quali avevano la misura della fede del nostro Signore Gesù Cristo, e non solo esercitavano tale fede in atti di potenza, ma si opposero pure a quelli che osavano dire di essere salvati semplicemente sulla base dell’unirsi alla chiesa. Essi sapevano che nessun uomo poteva veramente credere alla vita eterna ed alla giustizia di Dio, a prescindere dalla misura di fede del Signore Gesù Stesso. Come la chiesa di oggi è piena di credenti mentali; i quali confermano la nascita verginale, il sangue versato, l’andare in chiesa ed il prendere la comunione, eppure non sono affatto nati di nuovo, così pure in quella terza epoca c’era lo stesso problema. La fede umana a quel tempo non fu sufficiente, e non è sufficiente neppure ora. Ci vuole la stessa fede del Figlio di Dio che viene nel cuore dell’uomo, così che egli possa ricevere il Signore della gloria nel tempio non fatto da mani d’uomo.
Questa era una fede vivente! “Io vivo per mezzo della fede del Figlio di Dio.” Paolo non disse che viveva per la fede NEL Figlio di Dio. Essa era la fede DEL Figlio di Dio che gli aveva dato vita e lo faceva vivere nella vittoria Cristiana.
No, essi non negarono che la salvezza fosse soprannaturale dall’inizio alla fine. Essi tennero viva la verità del Suo Nome e della Sua Fede, ed essi furono benedetti dal Signore e considerati degni di Lui.
ANTIPA, IL MIO FEDELE MARTIRE
In merito a questo fratello, non si trova altra testimonianza né nella Parola, né nella storia profana. Ma, in ogni caso, non c’è bisogno. È più che sufficiente che egli fu preconosciuto e conosciuto dal Signore. È più che sufficiente il vedere la sua fedeltà al Signore com’è riportata nella vivente Parola. Egli era un Cristiano! Egli aveva il Nome di Gesù. Egli aveva la fede del nostro Signore Gesù Cristo ed era tra coloro che vissero tramite essa. Egli aveva risposto alle parole di Giacomo: “Non associate favoritismi personali alla fede del nostro Signore Gesù Cristo.” Era ripieno di Spirito Santo e di fede come lo fu Stefano, egli non aveva riguardi personali, né temeva alcuno; e quando fu pronunciata la morte su tutti coloro che prendevano quel Nome e camminavano nella fede di Gesù Cristo, egli prese la sua posizione con coloro che non si trassero indietro. Sì, egli morì, ma come Abele, egli ottenne una testimonianza da Dio (il suo nome è scritto nella Parola), e sebbene morto, la sua voce parla ancora nelle pagine del Racconto Divino di Dio. Un altro fedele martire fu condotto al suo riposo. Ma allora Satana non trionfò, come pure non trionfò quando egli uccise il Principe della Pace, perché, come Satana venne disarmato alla croce, così pure ora il sangue di Antipa grida cento volte di più a coloro che vogliono prendere la loro croce e seguire Lui.
DOVE È IL TRONO DI SATANA
La ragione per cui questa è parte dell’elogio dello Spirito, è perché questi bravi soldati della croce stavano vincendo Satana proprio in mezzo alla camera in cui si trovava il suo stesso trono. Essi stavano vincendo la battaglia tramite il Nome e la fede di Gesù, proprio nel campo dei conduttori di tenebre. Che elogio tremendo! Come i potenti uomini di Davide, i quali invasero il campo del nemico per portare dell’acqua all’assetato Davide, così questi giganti della fede invasero la fortezza del regno terrestre di Satana e, tramite la predicazione e l’esortazione, portarono l’acqua della salvezza a coloro che vivevano sotto l’ombra della morte.
Ora, quantunque queste parole relative al trono ed al regno di Satana sono una parte della lode di Dio per i Suoi eletti, esse stabiliscono in realtà la base per la denuncia del male che aveva acquistato supremazia nella chiesa.
PERGAMO: Luogo di Dimora del Trono di Satana. Per molti, queste frasi sono state puramente simboliche, anziché veramente storiche. Ma esse sono sicuramente vere, e questo lo dimostra la storia. Pergamo fu veramente il trono ed il luogo di dimora di Satana. Ciò avvenne in questo modo:
Originariamente Pergamo non era il luogo dove (per quanto riguarda le faccende umane) dimorava Satana. Letteralmente e figurativamente il suo quartier generale è sempre stato Babilonia. Fu nella città di Babilonia che l’adorazione Satanica ebbe le sue origini. Gen. 10:8-10: “E Cush generò Nimrod, che cominciò a essere potente sulla terra. Egli fu un potente cacciatore nel cospetto dell’Eterno; perciò si dice: ‘Come Nimrod, potente cacciatore nel cospetto dell’Eterno.’ E il principio del suo regno fu Babel, Erec, Accad e Calne nel paese di Scinear.” Gen. 11:1-9: “Or tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le stesse parole. E avvenne che, essendo partiti verso l’oriente, gli uomini trovarono una pianura nel paese di Scinear, e quivi si stanziarono. E dissero l’uno all’altro: ‘Orsù, facciamo dei mattoni e cociamoli col fuoco!’ E si valsero di mattoni invece di pietre, e di bitume invece di calcina. E dissero: ‘Orsù, edifichiamoci una città e una torre di cui la cima giunga fino al cielo, e acquistiamoci fama, onde non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra.’ E l’Eterno discese per vedere la città e la torre che i figliuoli degli uomini edificavano. E l’Eterno disse: ‘Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti il medesimo linguaggio; e questo è il principio del loro lavoro; ora nulla li impedirà di condurre a termine ciò che disegnano di fare. Orsù, scendiamo e confondiamo quivi il loro linguaggio, sicché l’uno non capisca il parlare dell’altro!’ Così l’Eterno li disperse di là sulla faccia di tutta la terra, ed essi cessarono di edificare la città. Perciò a questa fu dato il nome di Babel perché l’Eterno confuse quivi il linguaggio di tutta la terra, e di là l’Eterno li disperse sulla faccia di tutta la terra.”
Babel è il nome originale di Babilonia. Esso significa: confusione. Essa fu letteralmente iniziata da Cush, il figlio di Cam, ma fu portata ad un regno possente e grandioso sotto suo figlio, Nimrod, il potente cacciatore. Nimrod, secondo il racconto di Genesi undici ed anche secondo la storia profana, si prefisse di raggiungere tre cose. Voleva costruire una forte nazione, cosa che fece. Voleva propagare la sua propria religione, cosa che fece. Voleva farsi un nome per se stesso, cosa che pure riuscì. Le sue realizzazioni furono talmente monumentali che il regno di Babilonia fu chiamato, fra tutti i governi del mondo, la testa d’oro. Che la sua religione acquistò preminenza è provato dal fatto che in Is. 14 e Ap. 17-18, la Scrittura la identifica completamente con Satana. E tramite la storia noi possiamo ben provare che essa invase tutto il mondo ed è la base di ogni sistema idolatra, il tema della mitologia, sebbene i nomi degli dèi si differenziano in vari modi secondo il linguaggio della gente del luogo. Che egli tuttavia si sia fatto un nome per se stesso e per i suoi seguaci, è fuori discussione, poiché fintanto che questa presente epoca durerà (fino a che Gesù rivelerà Se stesso ai suoi Fratelli) egli sarà onorato ed adorato, anche se sotto un nome diverso da Nimrod, ed in un tempio leggermente diverso da quello nel quale egli fu adorato originariamente.
Dato che la Bibbia non tratta in dettagli la storia di altre nazioni, sarà necessario indagare nelle antiche e profane testimonianze per trovare la nostra risposta del come Pergamo divenne il trono della Satanica religione di Babilonia. Le maggiori fonti d’informazione sono nei racconti delle culture Egiziana e Greca. La ragione di questo è che l’Egitto ricevette la sua scienza e matematica, dai Caldei, ed a sua volta la Grecia la ricevette dall’Egitto. Ora, dato che i sacerdoti erano responsabili dell’insegnamento di queste scienze, e poiché queste scienze venivano usate come parte della religione, noi conosciamo già la chiave del come la religione Babilonese acquistò forza in queste due nazioni. È pure vero che ogni volta che una nazione è stata in grado di sopraffare un’altra nazione, al momento giusto, la religione del vincitore divenne la religione dei vinti. È d’altronde ben noto che i Greci avevano esattamente gli stessi segni dello Zodiaco dei Babilonesi; ed è stato trovato negli antichi documenti Egiziani, che gli Egiziani dettero ai Greci la loro conoscenza del politeismo. Così i misteri di Babilonia si diffusero da nazione a nazione fino a che essi apparvero a Roma, in Cina, in India, e persino in entrambi, Nord e Sud America, noi troviamo i medesimi principi di adorazione.
Le storie antiche sono d’accordo con la Bibbia nell’affermare che, questa religione Babilonese, di certo non fu la religione originale dei popoli primitivi della terra. Essa fu la prima che si allontanò dalla fede originale; ma in se stessa essa non fu l’originale. Storici quali, Wilkinson e Mallet, hanno provato in modo conclusivo, in base agli antichi documenti, che un tempo tutti i popoli della terra credevano in UN SOLO DIO, supremo, eterno, invisibile; il Quale, tramite la Parola della Sua bocca, chiamò all’esistenza tutte le cose, e che nel Suo carattere Egli era amorevole, buono e giusto. Ma come Satana corrompe sempre tutto quello che può, così noi lo troviamo che corrompe le menti ed i cuori degli uomini sí che essi rigettano la verità. Dato che egli ha sempre cercato di ricevere adorazione, come se egli fosse Dio e non il servo e la creazione di Dio, così egli sottrasse a Dio l’adorazione col fine di convergerla su se stesso ed in questo modo essere innalzato. Egli certamente adempì il suo desiderio nel diffondere in tutto il mondo la sua religione. Questo è autenticato da Dio nel Libro dei Romani: “Poiché, pur avendo conosciuto Dio, essi non Lo hanno però glorificato quale Dio, finché sono divenuti insensati nelle loro immaginazioni, e dato che il loro cuore si è ottenebrato, essi hanno accettato una religione corrotta a tal punto che essi adorarono le creature al posto del Creatore.” Ricordatevi, Satana era una creatura di Dio (Figlio dell’Aurora). Così noi troviamo che dove un tempo la verità era diffusa fra gli uomini, e tutti si tenevano a quell’unica verità, più tardi venne il giorno in cui un grande gruppo si allontanò da Dio e divulgò intorno al mondo una diabolica forma di adorazione. La storia ci dimostra che quelli della tribù di Sem, i quali stettero con l’immutabile verità, erano in forte opposizione con quelli di Cam, i quali si erano allontanati dalla verità per votarsi alla menzogna del diavolo. Non c’è tempo per entrare in un argomento come questo; esso è stato appena introdotto in modo che vediate che vi erano due e solo due religioni, e la cattiva si sparse per tutta la terra.
In Babilonia il monoteismo fu cambiato in politeismo. In quella città la menzogna ed i misteri del diavolo si levarono contro la verità ed i misteri di Dio. Satana divenne veramente il dio di questo mondo ed esigette adorazione da coloro che egli aveva abbindolato, facendo loro credere che egli fosse veramente il Signore.
La religione politeistica del nemico cominciò con la dottrina della trinità. Fu proprio là dietro, nell’antichità, che venne all’esistenza l’idea di “un Dio in tre persone.” Com’è strano che i nostri moderni teologi non abbiano constatato questo! Evidentemente sono ingannati da Satana, come lo furono i loro predecessori, ed essi credono ancora che nella Deità vi siano tre persone. Che ci sia mostrato almeno un solo punto nella Scrittura ove ci sia qualche autorità per una siffatta dottrina! Non è strano che, mentre i discendenti di Cam a loro modo andarono nell’adorazione Satanica la quale coinvolgeva un concetto base di tre dèi, non si trovi invece alcuna traccia che i discendenti di Sem abbiano creduto una simile cosa né che avessero alcuna adorazione cerimoniale che coinvolgesse almeno una forma di ciò? Non è forse strano che gli Ebrei credessero: “Ascolta, O Israele: il Signore Iddio tuo è UN UNICO Dio,” se vi fossero state tre persone nella Deità? Abrahamo, il discendente di Sem, in Gen. 18, vide soltanto UN Dio con due angeli.
Ora, come fu espressa questa trinità? Essa venne espressa tramite un triangolo equilatero, proprio come viene espressa ancor oggi a Roma. Strano, gli Ebrei non ebbero un simile concetto! Ora, chi ha ragione? Gli Ebrei o i Babilonesi? In Asia, l’idea politeistica di tre dèi in uno, venne fuori in una immagine con tre teste su un solo corpo. Esso è espresso come triplice intelligenza. In India, essi scoprirono nel loro cuore di poterlo esprimere come un dio in tre forme. Ora, questa è veramente una moderna teologia. In Giappone c’è un grande Buddha con tre teste simile a quello che abbiamo descritto prima. Però quello che rivela più di tutti e dimostra il concetto trinitario di Dio in una forma trina è: 1. La testa di un vecchio uomo che simboleggia Dio il Padre, 2. Un cerchio che secondo i misteri significa “Progenie” e che in sostanza significa il Figlio, 3. Le ali e la coda di un uccello (colomba). Qui venne la dottrina del Padre, Figlio e Spirito Santo, tre persone nella Deità, una vera trinità! Voi potete ben vedere la stessa cosa a Roma. Ora, lasciate che vi chieda ancora una volta: non è strano che il diavolo ed i suoi adoratori hanno in realtà più verità rivelata che il padre della fede (Abrahamo) ed i suoi discendenti? Non è strano che gli adoratori di Satana, conoscessero più di Dio che i figliuoli di Dio? Ora, questo è ciò che i moderni teologi cercano di dirci quando essi parlano riguardo alla trinità. Da ora in poi, ricordatevi semplicemente questa cosa: queste testimonianze sono fatti, e questo è un fatto—Satana è un bugiardo e il padre dei bugiardi, e quand’anche egli venisse con qualche luce, essa è pur sempre una menzogna. Egli è un assassino! La sua dottrina della trinità ha distrutto moltitudini e continuerà a distruggere fino al ritorno di Gesù.
Secondo la storia, non ci volle molto perché venisse fatto un cambiamento verso questo concetto di un Padre ed un Figlio e di uno Spirito Santo. Un passo alla volta Satana li ha allontanati dalla verità. Infatti, ora, l’evoluto concetto della Deità era: 1. Il Padre eterno, 2. Lo Spirito di Dio incarnato in una madre UMANA. (Questo vi fa pensare?) 3. un Figlio Divino, il frutto di questa incarnazione, (progenie della donna).
Ma il diavolo non è ancora contento. Egli non ha ancora acquisito l’adorazione di se stesso, eccetto che in modo indiretto. Così egli allontana ancora un po’ la gente dalla verità. Tramite i suoi misteri egli rivela alla gente che, poiché il grande ed invisibile Dio Padre non si cura affatto degli affari degli uomini, bensì rimane silenzioso nei loro riguardi, allora ne segue il fatto che Egli può benissimo essere adorato in silenzio. Ciò vuol dire in realtà ignorarLo il più possibile, se non addirittura completamente. Anche questa dottrina si divulgò in tutto il mondo, e proprio ancor oggi in India voi potete vedere quei templi dedicati al grande creatore, il dio silenzioso, in numero però limitato.
Dacché non fu più necessario adorare il padre-creatore, divenne semplicemente naturale quell’adorazione pendente verso la “Madre e Bambino” quali gli oggetti di adorazione. In Egitto ebbe luogo la stessa combinazione di madre e figlio, chiamata: Iside e Osiride. In India essa era Isi e Iswara. (Notate perfino la somiglianza dei nomi.) In Asia essa fu Cibele e Deoius. Essa fu nel medesimo modo in Roma e in Grecia. Anche in Cina. Ebbene, immaginate un po’ la sorpresa che ebbero alcuni missionari Cattolici Romani quando essi entrarono in Cina e vi trovarono una Madonna col Bambino, coi raggi di luce emanati dal capo del bambino. L’immagine poteva essere benissimo scambiata per una di quelle del Vaticano, se non fosse per la differenza di certi tratti somatici.
Per noi è necessario ora scoprire la madre e il bambino originali. L’originale dèa-madre di Babilonia era Semiramide, che nei paesi orientali fu poi chiamata Rhea. Nelle sue braccia ella teneva un figlio il quale, sebbene bambino, era descritto come alto, forte, bello, e particolarmente accattivante per le donne. In Ez. 8:14 egli è chiamato Tammuz. Tra gli scrittori classici egli era chiamato Bacco. Per i Babilonesi egli era Nino. Quel che conta è il fatto che egli è rappresentato come un bambino in braccio e tuttavia è descritto come un grande e potente uomo, sí che è conosciuto come il “Figlio-Marito.” Uno dei suoi titoli era “Marito della Madre,” e in India, ove i due sono conosciuti quali Iswara e Isi, egli (il marito) è rappresentato come il bambino al petto della sua propria moglie.
Che questo Nino è il Nimrod della Bibbia, noi possiamo affermarlo tramite il comparare la storia con il racconto della Genesi. Pompeo disse: “Nino, re d’Assiria, cambiò le antiche e pacifiche maniere di vita a causa del desiderio di conquista. EGLI FU IL PRIMO CHE FECE GUERRA CONTRO I SUOI VICINI. Egli conquistò tutte le nazioni dall’Assiria alla Libia, dato che questi popoli non conoscevano le arti della guerra”. Diodoro dice: “Nino era il più antico fra i re d’Assiria menzionati nella storia. Essendo guerriero di temperamento, egli istruì rigorosamente molti giovani alle arti della guerra. Egli sottomise a sé la Babilonia quando la città Babilonia non esisteva ancora”. Così noi vediamo che questo Nino cominciò a divenire grande in Babilonia, edificò Babele e prese possesso dell’Assiria, divenendone il suo re; poi continuò a divorare altri vasti territori ove le popolazioni non erano addestrate alla guerra e, come disse Pompeo, vivevano in un modo pacifico. Ora, in Gen. 10, parlando del regno di Nimrod, è detto: “E il principio del suo regno fu Babel, Erec, Accad e Calne, nel paese di Scinear. Fuori da quel paese uscì Assur che costruì Ninive, Calne, ecc.” Ma i traduttori hanno fatto un errore nel tradurre Assur come un nome, perché esso invece è un verbo che in Caldeo significa ‘rendere forte.’ Così esso è Nimrod, che essendo divenuto forte (egli stabilì il suo regno tramite l’aver strutturato il primo esercito del mondo il quale egli istruì tramite esercitazioni e attraverso il rigore della caccia) andò oltre Scinear col suo potente esercito, soggiogò nazioni e costruì delle città quali Ninive, la quale venne chiamata secondo il suo nome, e che ancor oggi una buona parte delle rovine di quella città è chiamata Nimroud.
Dato che noi abbiamo scoperto chi fu questo Nino, è ora necessario scoprire chi fu suo padre. Secondo la storia, esso fu Bel, il fondatore di Babilonia. (Ora, qui è da notare che Bel la fondò nel senso che egli ne iniziò l’intero piano, ma fu però suo figlio, Nino, che lo portò a termine e che poi ne divenne il primo re, ecc.) Ma secondo la Scrittura, il padre di Nimrod fu Cush: “E Cush generò Nimrod”. Non solo questo è così, ma troviamo anche che Cam generò Cush. Ora, nella cultura Egiziana, Bel era chiamato Hermes, ed Hermes significa: “IL FIGLIO DI CAM”. Secondo la storia, Hermes fu il grande profeta dell’idolatria. Egli era l’interprete degli dèi. Un altro nome col quale egli veniva chiamato era Mercurio. (Leggi Atti 14:11-12)
Hyginus dice questo, in merito a questo dio conosciuto sotto i diversi nomi quali Bel, Hermes, Mercurio ecc.: “Per molti secoli gli uomini vissero sotto il governo di Giove (non il Giove Romano, bensì il Geova degli Ebrei, che fu prima della storia Romana), senza città e senza leggi, e tutti parlavano una lingua. Ma dopo che Mercurio (Bel, Cush) interpretò la favella degli uomini (da qui deriva che un’interprete viene chiamato Ermeneuta), lo stesso individuo ripartì le nazioni. La discordia cominciò.” Da questo è visto che Bel, o Cush, il padre di Nimrod, originariamente fu la guida primaria che indusse il popolo ad allontanarsi dal vero Dio e, quale “interprete degli dèi,” incoraggiò il popolo a prendere un’altra forma di religione. Egli li incoraggiò ad andare avanti con la torre che poi suo figlio realmente costruì. Fu questo incoraggiamento che condusse la confusione e la divisione fra gli uomini, così egli fu entrambi, “interprete e confonditore.”
Cush, dunque, fu il padre del sistema politeistico, e quando gli uomini vennero deificati dagli uomini, egli, naturalmente, divenne il padre degli dèi. Ora, Cush venne chiamato Bel. E Bel, nella mitologia Romana, fu Giano. Egli veniva rappresentato come avente due facce, tenendo in mano una mazza colla quale egli confondeva e “disperdeva” la gente. Ovidio scrive che Giano disse, concernente se stesso: “Gli antichi mi chiamavano Caos.” Così noi troviamo che il Cush della Bibbia, l’originale ribelle contro il monoteismo era, tra i popoli antichi, chiamato Bel, Belus, Hermes, Giano, ecc. Egli pretendeva di portare al popolo rivelazioni ed interpretazioni dagli dèi. Così facendo, egli provocò l’ira di Dio che disperse la gente, causando divisione e confusione.
Ora, a questo punto noi abbiamo visto da dove venne il politeismo o l’adorazione di molti dèi. Ma, avete notato che abbiamo anche trovato menzionato un uomo di nome Cush, al quale fu dato il nome di “padre degli dèi”? Avete notato qui il vecchio tema delle antiche mitologie, ove gli dèi si identificano con gli uomini? Ecco da dove proviene l’adorazione degli antenati! Così, basta che noi esaminiamo la storia per scoprire riguardo al culto degli antenati. Ebbene, è stato dimostrato che Cush introdusse l’adorazione di un dio trino quale padre, figlio e spirito. Tre dèi che erano tutti uguali. Però egli sapeva che doveva venire la progenie della donna, così nell’immagine vi doveva essere una donna con la sua progenie. Questo si adempi quando morì Nimrod. Sua moglie Semiramide, lo deificò, e così poté fare se stessa la madre del figlio ed anche la madre degli dèi. (Proprio esattamente come la chiesa Romana ha deificato Maria. Essi affermano che ella fu senza peccato e che fu la Madre di Dio.) Ella (Semiramide) chiamò Nimrod “Zoroasta,” che significa: “La progenie promessa alla donna.”
Ma non passò molto che la donna cominciò ad attirare più attenzione che il figlio, e presto ella venne descritta come colei che calpestava il serpente. Essi la chiamarono “la regina del cielo,” e la fecero divina. Come anche oggi similmente Maria, la madre di Gesù, è stata elevata all’immortalità e, proprio ora nel Settembre del 1964, il concilio Vaticano sta tentando di dare a Maria una qualità che ella non possiede, poiché essi vorrebbero chiamarla: “Maria, la Mediatrice,” “Maria, la Madre di Tutti i Credenti,” o “Madre della Chiesa.” Se in una religione vi fu mai una Babilonica adorazione degli antenati, essa è la religione della Chiesa di Roma.
Non solo l’adorazione degli antenati ebbe origine in Babilonia, ma lì ebbe inizio pure l’adorazione della natura. Fu infatti a Babilonia che gli dèi vennero identificati col sole, la luna, ecc. L’oggetto principale nella natura era il sole, il quale ha la proprietà di dar la luce ed il calore ed appare all’uomo come una palla di fuoco nei cieli. Così il dio principale sarebbe stato il dio sole, colui che essi nominarono Baal. Spesso il sole veniva raffigurato come un cerchio di fiamma e, vicino a questa fiamma, appariva un serpente. Non passò molto che il serpente divenne un simbolo del sole e, conseguentemente, venne adorato. In questo modo venne pienamente appagato il desiderio del cuore di Satana. Egli fu adorato come Dio. Il suo trono fu stabilito. I suoi schiavi s’inchinavano a lui. Laggiù, in Pergamo, egli veniva adorato nella forma di un serpente vivente. L’albero della Conoscenza del Bene e del Male, ora simboleggiato nella forma di un serpente vivente, non aveva soltanto sedotto Eva, ma anche la maggior parte dell’umanità.
Ma come fu che Pergamo divenne il trono di Satana se il trono era Babilonia? La risposta la troviamo di nuovo nella storia. Quando Babilonia cadde nelle mani dei Medi e dei Persiani, il re-sacerdote Attalo fuggì dalla città insieme ai suoi preti ed i suoi sacri misteri, e andò a Pergamo. Là egli mise su il suo regno, all’infuori dell’impero Romano, prosperando sotto l’egida del diavolo.
Questo è stato solo un breve riassunto della storia religiosa Babilonese e del suo avvento in Pergamo. Senza dubbio molte domande sono rimaste senza risposta e, senza dubbio, per illuminarci meglio si sarebbe potuto dire molto di più, ma questo non è inteso per essere uno studio storico bensì è inteso per essere un aiuto allo studio della Parola.
LA DENUNCIA
Ap. 2:14-15: “Ma ho alcune cose contro di te: tu hai colà alcuni che ritengono la dottrina di Balaam, il quale insegnò a Balak a porre un’insidia davanti ai figli d’Israele per farli cadere, inducendoli a mangiare cose sacrificate agli idoli e a fornicare. Così hai pure alcuni che ritengono la dottrina dei Nicolaiti, la qual cosa Io odio.”
In questa Epoca Pergamiana, il Signore denuncia due dottrine le quali Egli odia: 1. La dottrina di Balaam che a Baal-Peor recò ad Israele idolatria ed eccessi di peccato, e 2. La dottrina dei Nicolaiti, che nell’Epoca Efesina non era altro che opere. Se questa denuncia si abbina al fatto che Egli ha enfatizzato Pergamo quale il trono di Satana, allora è facile e naturale concludere che in qualche modo la religione di Babilonia si era mescolata col Cristianesimo.
Ora, questa non è semplicemente una supposizione, bensì un fatto storico che noi proveremo tramite l’andare indietro nella storia, circa nel 36 d.C., e su fino al Concilio di Nicea del 325. Quando i Cristiani (in maggioranza Giudei di nascita) furono dispersi da Gerusalemme, essi andarono predicando il Vangelo dappertutto, in particolare nelle sinagoghe. Così nell’arco di tre anni, circa nel 36 d.C., il Vangelo era stato portato a Roma tramite Andronico e Giunio i quali, secondo Romani 16:7, erano apostoli. Per molti anni l’opera fiorì fino a che, a motivo di troppi alterchi dei Giudei tra di loro stessi, provocarono l’Imperatore Claudio ad espellerli da Roma. Con i Giudei scacciati da quella città, la spina dorsale di quella piccola chiesa fu praticamente rotta. Forse persino gli anziani erano Giudei; così dovettero andarsene. Il gregge rimase incustodito, e siccome la Parola che serviva da guida non era ancora stata scritta, allora fu molto facile fuorviare ed inondare questo piccolo gregge di filosofi e pagani di quel tempo. Con i lupi rapaci sulla preda, e lo spirito anticristo libero, noi sappiamo dalla storia che questa piccola chiesa in Roma, cominciò irrimediabilmente a sviarsi, cominciando ad introdurre cerimonie pagane sotto il manto di titoli Cristiani.
Dato che il periodo di espulsione durò 13 anni, i fondatori, Andronico e Giunio, non ritornarono fino al 54 d.C. Immaginatevi il loro orrore nel trovare una chiesa con un titolo Cristiano ma miserabilmente pagana! Nella chiesa vi erano altari sui quali essi mettevano incenso e celebravano riti pagani. I capi stabiliti di quella chiesa non potevano essere avvicinati, così con quei pochi che erano stati ammaestrati a restare fedeli, essi iniziarono una nuova chiesa, o la Seconda Chiesa di Roma. Dio operava con grazia tra di loro tramite segni e meraviglie, e in questo modo ebbe inizio una terza chiesa. E benché la Prima Chiesa fosse biasimata per essere pagana e NON Cristiana nella sua adorazione, essa non rinunciò al suo titolo ma rimase, ed ANCORA RIMANE, la Prima Chiesa di Roma—La Chiesa Cattolica Romana.
Ora, la maggior parte di noi ha l’errata idea che tutti coloro che si chiamano Cristiani siano il bersaglio del diavolo e, conseguentemente, in urto con la tirannia governativa. Ma non è così. Questa prima chiesa cominciò a prosperare ed a moltiplicarsi di numero, tanto che gli imperatori e i diversi ufficiali del governo, per ragioni politiche, in realtà favorirono quella chiesa. Così, quando i responsabili della Prima Chiesa in Roma vennero a trovare se stessi in una posizione di favore, essi colsero l’occasione per indurre il governo contro i veri credenti chiedendone la loro persecuzione, a meno che essi non venissero nel loro ovile. Uno di questi vescovi della Prima Chiesa di Roma fu Aniceto, il quale visse nel secondo secolo e fu contemporaneo a Policarpo. Quando il venerabile Policarpo udì che la Prima Chiesa Cristiana di Roma era coinvolta in cerimonie pagane ed aveva corrotto la verità del Vangelo, egli andò là per implorarli di cambiare. Egli li vide che si prostravano davanti ad immagini col nome di qualche apostolo o santo. Egli li vide accendere candele e bruciare incenso sull’altare. Egli vide che celebravano la Santa Cena sotto il nome di Pasqua, ove essi elevavano un disco di pane che onorava il dio sole, e poi versavano il vino come una libagione agli dèi. Ma questo vecchio santo che aveva percorso 2400 chilometri, non poté arrestare la loro discesa precipitosa. Quando stava per lasciarli, Dio parlò tramite lui: “Efraim s’è sposato coi suoi idoli; lascialo!” Osea 4:17. Policarpo non ritornò mai più.
Dopo Aniceto, a Roma vi fu un vescovo malvagio chiamato Vittore. Egli introdusse nella Prima Chiesa ancor più cerimonie e festività pagane, e andò pure in giro facendo tutto ciò che poté per persuadere le vere chiese Cristiane ad incorporare le stesse idee. Però essi non fecero come egli richiedeva, e così egli prevalse sui funzionari del governo inducendoli a perseguitare i credenti, chiamandoli davanti ai tribunali e gettandoli in prigione, ove molti incontrarono perfino la morte. Un esempio delle sue vili azioni, si trova nella storia ove l’Imperatore Settimio Severo fu convinto da Callisto (l’amico di Vittore) ad ucciderne 7000 in Tessalonica, perché questi veri credenti celebrarono la Santa Cena secondo il Signore Gesù e non secondo l’adorazione di Astarte.
La falsa vite stava già sfogando la sua ira contro l’Iddio vivente tramite l’uccisione degli eletti, proprio come fece il suo antenato, Caino, che uccise Abele.
La vera chiesa continuò a cercare di condurre la Prima Chiesa a ravvedersi. Ma essa non volle farlo. Essa crebbe in misura ed influenza. Essa s’imbarcò in una costante campagna per screditare la vera progenie. Essi pretesero di essere loro, e soltanto loro, i veri rappresentanti del Signore Gesù Cristo, vantando il fatto che essi erano l’originale chiesa in Roma, e che solo loro erano la Prima Chiesa. In verità essi erano La Prima Chiesa, ed ESSI LO SONO.
Così, nel tempo della terza epoca della chiesa, noi abbiamo due chiese che portano lo stesso nome, ma con una tragica differenza tra di loro. Una si era dipartita dalla verità, sposò gli idoli, e non ebbe più vita. Ella ibridizzò se stessa ed i segni della morte (non vita) la seguirono nella sua veglia funebre. Ella è potente, e con molti membri. Ella è favorita dal mondo. L’altra è un piccolo gruppo perseguitato. Però segue la Parola, ed i segni la seguono. I malati sono guariti e i morti risuscitano. Ella è vivente con la Vita e la Parola di Dio. Ella non ama la propria vita, ma si aggrappa al Suo Nome ed alla Sua fede, anche fino alla morte.
E così la terribile persecuzione della Roma ufficiale si abbatté sui veri credenti, fino a che sorse Costantino e concesse la libertà al culto religioso. Sembra che vi siano due ragioni per le quali questa libertà fu concessa. In principio alcuni buoni imperatori non permisero alcuna persecuzione, ma quando questi se ne furono andati, li succedettero coloro che uccisero i Cristiani. Questo era così insensato che alla fine venne all’attenzione pubblica che i Cristiani avrebbero dovuto essere lasciati in pace. La seconda e miglior ragione fu che, per prendere il controllo dell’impero, Costantino aveva davanti a sé una battaglia veramente difficile. Una notte, in sogno, egli vide apparire davanti a sé una croce bianca. Egli sentì che per lui questo era un presagio che se i Cristiani avessero pregato per la sua vittoria, egli avrebbe vinto la battaglia. Così, se eventualmente fosse stato vittorioso, egli promise loro libertà. Egli fu vittorioso e la libertà di culto fu concessa con l’editto di Milano del 312 d.C.
Ma questa libertà dalla persecuzione e dalla morte, non fu poi tanto magnanima come dapprima sembrò. Costantino ora era il patrono. Come patrono, il suo interesse, in qualche modo, era più che quello di un semplice osservatore, giacché egli decise che la chiesa, per le sue faccende, aveva bisogno del suo aiuto. Egli vide che in varie cose essi erano in disaccordo, una delle quali coinvolgeva Ario, Vescovo di Alessandria, il quale insegnava ai suoi seguaci che Gesù non era veramente Dio, bensì un essere inferiore, essendo stato creato da Dio. La Chiesa d’Occidente sosteneva una veduta opposta, credendo che Gesù era la vera essenza di Dio e, come dissero loro, ‘co-eguale con il Padre.’ Con simili questioni, e con in più l’intrusione delle cerimonie pagane nell’adorazione, nel 325 l’imperatore convocò il Concilio di Nicea con l’intenzione che egli avrebbe potuto riunire insieme tutti i gruppi, onde essi potessero appianare le loro divergenze e giungere ad una comune comprensione, ed essere così tutti uno. Non è forse peculiare che questo, sebbene ciò iniziò con Costantino, non è morto ma è ancor oggi più che mai vivo quale il “Concilio Mondiale delle Chiese?” E ove egli mancò di realizzarlo, esso sarà realizzato in questo giorno, attraverso il movimento ecumenico.
Ora, questa interferenza dello Stato nella chiesa, è una cosa stolta, poiché il mondo non comprende né la verità che si trova nella Parola, né le vie della chiesa. Ebbene, la stessa decisione presa dal concilio, cioè che Ario era nell’errore, due anni più tardi venne revocata dall’imperatore e per molti anni quella falsa dottrina fu introdotta di soppiatto tra il popolo.
Ma che la chiesa e lo Stato sarebbero venuti insieme, al Signore era ben noto. Il nome stesso, Pergamo, significa “pienamente sposati.” Ed infatti Stato e chiesa si sposarono; politica e religione si unirono. Il frutto di quell’unione è stato in sostanza il più orribile ibrido che il mondo abbia mai conosciuto. La verità non è in loro, ma hanno invece tutte le vie malvagie di Caino (il primo ibrido).
Non solo in questa epoca Stato e chiesa si sposarono, ma anche la religione Babilonese si unì ufficialmente alla Prima Chiesa. Satana ora aveva accesso al Nome di Cristo, e nell’adorazione egli fu messo sul trono quale Dio. Con l’aiuto dei sussidi federali, le chiese caddero vittima dei bei edifici i quali erano ornati di altari di marmo bianco e di immagini di santi defunti. Ed è appunto in questa epoca che la “bestia” di Ap. 13:3, che era stata ferita a morte (l’Impero Romano pagano), ritornò in vita ed in potere quale il “Sacro Romano Impero.” Roma, quale nazione in senso materiale, aveva sofferto molte crisi, e presto essa soffrirà completamente; ma per il momento ciò non la preoccupava, giacché il suo impero religioso l’avrebbe tenuta in testa al mondo, governando dal di dentro, non facendosi vedere all’esteriore.
Lasciatemi che riguardo a questa faccenda vi mostri l’esatta verità Scritturale, poiché non vorrei che qualcuno pensasse che io stia dando una rivelazione di mio—una che non si trova nella Scrittura. Dan. 2:31-45: “Tu, o re, guardavi, ed ecco una grande statua; questa statua, che era immensa e d’uno splendore straordinario, si ergeva dinanzi a te, e il suo aspetto era terribile. La testa di questa statua era d’oro fino; il suo petto e le sue braccia erano d’argento; il suo ventre e le sue cosce, di rame; le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d’argilla. Tu stavi guardando, quand’ecco una pietra si staccò, senz’opera di mano, e colpì i piedi di ferro e d’argilla della statua, e li frantumò. Allora il ferro, l’argilla, il rame, l’argento e l’oro furono frantumati insieme, e diventarono come la pula sulle aie d’estate; il vento li portò via, e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che avea colpito la statua diventò un gran monte, che riempì tutta la terra. Questo è il sogno; ora ne daremo l’interpretazione davanti al re. Tu, o re, sei il re dei re, al quale l’Iddio del cielo ha dato l’impero, la potenza, la forza e la gloria; e dovunque dimorano i figliuoli degli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, Egli te li ha dati nelle mani, e t’ha fatto dominare sopra essi tutti. La testa d’oro sei tu; e dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, di rame, che dominerà sulla terra; poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza ed abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. E come hai visto i piedi e le dita, in parte d’argilla di vasaio e in parte di ferro, così quel regno sarà diviso; ma vi sarà in lui qualcosa della consistenza del ferro, giacché tu hai visto il ferro mescolato con la molle argilla. E come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte di argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. Tu hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si mescoleranno con seme d’uomo; ma non saranno uniti l’uno all’altro, nello stesso modo che il ferro non s’amalgama con l’argilla. E al tempo di questi re, l’Iddio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo; quello spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in perpetuo, nel modo che hai visto la pietra staccarsi dal monte, senz’opera di mano, e spezzare il ferro, il rame, l’argilla, l’argento e l’oro. Il grande Iddio ha fatto conoscere al re ciò che deve avvenire d’ora innanzi; il sogno è verace, e l’interpretazione n’è sicura.” Qui dentro è rivelato un esatto racconto del futuro; la storia non ancora adempiuta che fu profetizzata e che deve venire sopra la terra, dal tempo di Daniele fino a quando Gesù verrà a regnare quale il Figlio di Davide. Ciò è conosciuto come “I Tempi dei Gentili.” In esso tempo vi sono quattro divisioni storiche, le quali sono conosciute tramite l’impero dominante in ciascuna divisione: Babilonese, Medo-Persiano, Greco e Romano. La più grande e più assoluta monarchia fu quella Babilonese, la quale fu tipificata come la testa d’oro. La seguente, come gloria, fu la Medo-Persiana che, come confermato dalla storia, fu in realtà meno gloriosa e fu tipificata quale il petto e le braccia d’argento. Poi seguì l’epoca Greca, il cui re fu il più brillante di tutti i condottieri militari che il mondo abbia mai conosciuti; così essa fu certamente tipificata quale il ventre e cosce di rame. Essa fu meno gloriosa che le due precedenti. Infine venne l’ultimo regno che fu l’Impero Romano, tipificato quale le gambe ed i piedi. Ma mentre i primi regni erano tipificati quali minerali puri (puro oro, e puro argento e rame), quest’ultimo impero fu puro ferro solo nelle gambe, poiché quanto ai piedi esso era un misto di ferro e argilla, ed il minerale e l’argilla proprio non si amalgamano e non possono produrre costanza e forza. Ma non solo questo è così, ma è sorprendente come quest’ultimo impero (Romano), pur nel “suo peculiare miscuglio,” sussisterebbe proprio fino a che Gesù ritorna.
Questo Impero Romano di ferro (ferro significa potenza e grande forza distruttiva contro l’opposizione) sarebbe stato fatto da due importanti divisioni. Ed in realtà l’impero fu letteralmente spaccato in due—Oriente e Occidente. Entrambi furono veramente molto potenti, schiacciando tutto quanto era davanti a loro.
Però, come la gloria e la potenza di tutti gli imperi è fugace, così anche questo impero cominciò a sfasciarsi. Così Roma cadde. L’Imperiale Roma Pagana non fu più di ferro. Essa crollò. Ella fu ferita a morte. Roma ora non poteva dominare. Tutto era finito. Così pensò il mondo. Ma, oh! come il mondo si è sbagliato, poiché quella testa (Roma) benché ferita, non era però ferita a morte. (La traduzione Wuest in Ap. 13:3 dice: “Ed una delle sue teste appariva come essere ferita a morte, essendo che la gola era stata tagliata. Ed il suo colpo mortale fu sanato. E tutta la terra meravigliata andò dietro alla Bestia Selvaggia.”)
La gente guarda a Roma. Essi guardano alla nazione Italiana. E mentre essi guardano, essi non realizzano che nei ristretti confini di Roma, il papa ha realmente un’area di suo dominio e che è letteralmente una nazione dentro la nazione, ed essa ha ambasciatori e riceve ambasciatori. LA FALSA CRISTIANA ROMA PAPALE (ella è persino chiamata la città eterna—com’è blasfemo!) TRAMITE LA RELIGIONE ESSA ORA CONTROLLA MOLTO PIÚ ABILMENTE DI QUANDO CONTROLLAVA, TRAMITE LA FORZA PURA DEL FERRO, L’IMPERIALE ROMA PAGANA. Allorquando Costantino unì chiesa e Stato, Roma prese su una nuova prospettiva, sostenendo questa unione con la forza. Lo spirito che motivava la Roma pagana è il medesimo spirito che motiva ora la falsa Roma Cristiana. Voi potete vedere che è così, per il fatto che sapete che il quarto impero non è mai cessato di esistere; esso ha semplicemente cambiato la sua struttura esteriore.
Una volta che il Concilio di Nicea fluttuò nella chiesa la potenza della Roma politica, allora sembrò come se non vi fossero più limiti in cui potesse arrivare la Prima Chiesa Cristiana. Il nome, Cristiano, che all’inizio comportò persecuzione, ora divenne il nome dei persecutori. Fu in questa epoca che Agostino di Ippona (354—430) espose il precetto che la chiesa dovrebbe e DEVE usare la forza, se necessaria, per ricondurre i suoi figliuoli all’ovile, e che era in armonia alla Parola di Dio uccidere gli eretici e gli apostati. Nella sua controversia con i Donatisti, egli scrisse: “...È molto meglio che gli uomini siano condotti ad adorare Dio mediante l’insegnamento anziché forzarli a ciò tramite la paura della punizione o della pena, però questo non vuol dire che a motivo che il precedente produce l’uomo migliore dovrebbero essere trascurati coloro che non si sottomettono ad esso. Infatti, molti hanno trovato vantaggioso (come abbiamo provato e proviamo giornalmente tramite l’esperienza) l’essere prima costretti tramite la paura e sofferenza, così che essi dopo possono essere influenzati tramite l’insegnamento, e così possono mettere poi in atto ciò che hanno già imparato in parole...mentre sono migliori coloro che si lasciano guidare tramite l’amore, sono certamente più numerosi coloro che sono corretti per mezzo della paura. Poiché, chi potrebbe amarci più di Cristo, il Quale depose la Sua vita per le pecore? Eppure, dopo aver chiamato Pietro e gli altri apostoli solo tramite le Sue parole, quando Egli venne a chiamare Paolo, Egli non solo lo costrinse con la Sua voce, ma con la Sua potenza lo scaraventò perfino a terra; e così affinché Egli potesse riportare con la forza uno che è violento in mezzo alle tenebre dell’infedeltà: così, affinché desiderasse la luce del cuore, Egli lo colpì prima con la cecità fisica degli occhi. Perché dunque la Chiesa non dovrebbe usare la forza per costringere i suoi figli perduti a ritornare? Il Signore stesso disse, ‘Va’ fuori per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare.’ Per cui, se la potenza che la Chiesa ha ricevuto nel suo giusto momento tramite la nomina divina, attraverso il carattere religioso e la fede dei re, è lo strumento tramite il quale coloro che vengono trovati per le strade e lungo le siepi—cioè nelle eresie e negli scismi—sono costretti a rientrare; così dunque: che essi non trovino errore nell’essere costretti.”
La sete di sangue cresceva rapidamente! In Spagna la falsa vite ora giocava sull’Imperatore Massimiliano, perché si unisse nell’attacco verso i veri credenti i quali avevano in loro la Parola e i segni e i miracoli. Così alcuni Priscilliani furono portati a Trevi, dal Vescovo Itaco (385). Egli li accusò di stregoneria e d’immoralità, e molti furono uccisi. Martino di Tours e Ambrogio di Milano, protestarono contro questo, e supplicarono invano affinché la persecuzione cessasse. Vedendo che la persecuzione continuava, questi due vescovi si rifiutarono di avere comunione col vescovo Idacio e con altri come lui. È strano, ma il Sinodo di Trevi approvò gli assassini.
Da questo momento in poi, specialmente attraverso le Epoche oscure del Medio Evo, noi vedremo che i figli della carne perseguitano e distruggono i figli dello Spirito, sebbene entrambi pretendono d’avere un Padre come lo fu pure nel caso di Ismaele ed Isacco. Le tenebre della corruzione spirituale si fanno sempre più fitte, e la vera luce di Dio si affievolisce fino a che ne resterà solo un barlume. Tuttavia, la promessa di Dio rimanere vera: “La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non possono farci niente.”
Ora, fino a questo punto io non ho portato fuori quel punto della storia che promisi di trattare, cioè: il mescolarsi della religione di Nimrod con la religione Cristiana. Voi vi ricorderete che Attalo fuggì da Babilonia a Pergamo, e che eresse il suo regno all’infuori dei confini dell’Impero Romano. Alimentato dal dio di questo mondo, con l’andare degli anni esso fiorì. Ad Attalo succedette un numero considerevole di re-sacerdoti, fino al regno di Attalo III, quando, per ragioni conosciute solo alla sovranità di Dio, egli abdicò il regno a Roma. Allora Giulio Cesare prese entrambi i regni, sia fisico che spirituale, e divenne il Pontefice Massimo della religione Babilonica, e fu perciò re-sacerdote. Questo titolo si trasmise poi ai successivi imperatori, fino al tempo di Massimiliano III, il quale lo rifiutò. Secondo la Storia di Stevens, fu allora che il papa prese la supremazia che l’imperatore aveva rigettato, e tutt’oggi c’è ancora nel mondo un pontefice, ed egli è veramente il Pontefice Massimo. Egli porta una triplice corona e risiede in Roma. E in Ap. 17, Dio non si riferisce più a lungo a Pergamo, quale trono di Satana, né Egli dice che è dove dimora Satana. No, la sala del trono non è più in Pergamo, bensì è nel MISTERO Babilonia. Esso non è in Babilonia, ma nel MISTERO Babilonia. Esso è in una città su sette colli. Il suo capo è anticristo, poiché egli ha usurpato la posizione di Cristo, Colui che è il solo mediatore e Colui che è il solo a poter perdonare i peccati. Sì, il Pontefice Massimo è ancor oggi fra noi!
LA DOTTRINA DEI NICOLAITI
Ap. 2:15: “Cosí hai pure alcuni che ritengono la dottrina dei Nicolaiti, la qual cosa Io odio.”
Voi vi ricorderete che nell’Epoca Efesina io misi in evidenza che la parola, Nicolaita, proviene da due vocaboli Greci: Nikao, che significa conquistare, e Lao, che significa i laici. Così Nicolaiti significa: “Conquistare i laici”. Ora, come mai essa è una cosa così terribile? Essa è terribile perché Dio non ha mai posto la Sua chiesa nelle mani di una eletta leadership che si muove con una inclinazione politica. Egli ha posto la Sua chiesa sotto la cura di uomini ordinati da Dio, ripieni di Spirito, che vivono la Parola, i quali conducono il popolo tramite il nutrimento della Parola. Egli non ha separato il popolo in classi sì che le masse siano condotte da un santo sacerdozio. È vero che i responsabili devono essere santi, ma così deve pure essere l’intera congregazione. Inoltre, non c’è posto nella Parola ove sacerdoti o ministri facciano da mediatori fra Dio ed il popolo, e tanto meno vi è un luogo ove essi stiano separati nella loro adorazione al Signore. Dio vuole che tutti Lo amino e Lo servino insieme. Il Nicolaitismo distrugge questi precetti ed al contrario separa i ministri dal popolo, facendoli essere delle guide sovrane, anziché dei servitori. Ora, questa dottrina, in realtà, cominciò nella prima epoca come un atto. Sembra che il problema risieda in due vocaboli: ‘anziani’ (presbiteri) e ‘sorveglianti’ (vescovi). Sebbene la Scrittura ci mostri che vi sono diversi anziani in ciascuna chiesa, qualcuno cominciò (fra cui Ignazio) ad insegnare che l’idea di un vescovo fosse di preminenza, o autorità, e di controllo sugli anziani. Ora, la verità della faccenda è che la parola ‘anziano’ designa chi è la persona, mentre la parola ‘vescovo’ significa l’ufficio dello stesso uomo. L’anziano è l’uomo. Vescovo è l’ufficio di quell’uomo. ‘Anziano’ si è sempre, e sempre lo sarà, riferito semplicemente all’età cronologica dell’uomo nel Signore. Egli è un anziano, non perché egli è eletto o ordinato, ecc., bensì perché egli È PIÚ VECCHIO. Egli è più stagionato, più ammaestrato, non un novizio, ma affidabile a motivo dell’esperienza e della lunga prova di resistenza della sua esperienza Cristiana. Ma no! I vescovi non vollero attenersi alle epistole di Paolo, ma piuttosto essi si servirono della testimonianza di Paolo quando, in Atti 20, egli chiamò gli anziani da Efeso a Mileto. Nel verso 17 la testimonianza afferma che erano chiamati “anziani,” poi nel verso 28 essi sono chiamati sorveglianti (vescovi). Ma questi vescovi (senza dubbio inclini alla politica ed ansiosi di potere) insistevano nel dire che Paolo aveva dato il significato che i ‘sorveglianti’ erano più che l’anziano locale con capacità ufficiale solo nella sua propria chiesa. Ora, per loro un vescovo era uno con una più estesa autorità sopra molti anziani locali. Tale concetto non era, né Scritturale, né storico; eppure perfino un uomo della statura di Policarpo, s’inclinò verso una simile organizzazione! Così, quello che nella prima epoca iniziò come un atto, divenne letteralmente una dottrina e tale è rimasta fino ad oggi. I vescovi pretendono ancora di avere il potere di controllare gli uomini e trattarli come piace a loro, mettendoli così ad esercitare il ministero dove loro vogliono. Questo nega la guida allo Spirito Santo, Colui che disse: “MetteteMi a parte Barnaba e Paolo, per l’opera alla quale li Ho chiamati.” Questo è anti-Parola e perciò; anti-Cristo. Mat. 20:25-28: “E Gesù, chiamatili a Sé, disse: ‘Voi sapete che i sovrani delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano il potere su di esse, ma tra di voi non sarà così; anzi chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo; e chiunque tra di voi vorrà essere primo sia vostro schiavo. Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la Sua vita come prezzo di riscatto per molti.’” Mat. 23:8-9: “Ma voi non fatevi chiamare Maestro, perché Uno Solo è il vostro Maestro: il Cristo, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché Uno Solo è vostro Padre, Colui che è nei cieli.”
Onde chiarire questo ancor di più, lasciate che vi spieghi il Nicolaitismo in questo modo. Voi ricorderete che in Ap. 13:3 è detto: “E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu sanata, e tutta la terra si meravigliò dietro alla bestia.” Noi ora sappiamo che la testa ferita era l’Impero Romano pagano, quella grande potenza politica mondiale. Questa testa sorse di nuovo quale “l’impero spirituale Cattolico Romano.” Ora, osservate questo attentamente. Che cosa fece la Roma politica pagana che fu alla base del suo successo? Essa, “divideva e conquistava.” Era questo il principio di Roma—dividere e conquistare. I suoi denti di ferro strappavano e divoravano. Quelli che essa lacerò e divorò, non poterono più rialzarsi di nuovo, come quando essa distrusse Cartagine e la seminò di sale. Lo stesso principio distruttore di ferro rimase in lei quando risorse quale la falsa chiesa, e la sua politica è rimasta la stessa—dividere e conquistare. Questo è Nicolaitismo; e Dio lo odia.
Ora, esso è un fatto storico ben noto: non appena questo errore si infiltrò nella chiesa, gli uomini cominciarono a gareggiare per l’ufficio di vescovo, col risultato che questa posizione cominciò ad essere data ai più altolocati, di buona posizione materiale e ad uomini inclini alla politica. I programmi e la conoscenza umana cominciarono a prendere il posto della saggezza Divina, e lo Spirito Santo non ne ebbe più a lungo il controllo. Questo fu un male veramente tragico, poiché i vescovi cominciarono a sostenere che non era più necessario esigere un trasparente carattere Cristiano, sia per ministrare la Parola, sia per compiere i diversi riti nella chiesa, giacché quel che contava erano gli elementi e le cerimonie. Ciò permise agli uomini malvagi (seduttori) di lacerare il gregge.
Con la dottrina dell’elevazione fatta dall’uomo, i vescovi si misero in una posizione non concessa loro dalla Scrittura; il passo seguente fu quello di distribuire titoli di grado, cosa che poi degenerò in una gerarchia religiosa; poiché presto vi furono arcivescovi al di sopra dei vescovi, e cardinali al di sopra degli arcivescovi, così che al tempo di Bonifacio III vi fu un papa al di sopra di tutti: un Pontefice.
Così, con la dottrina Nicolaitiana e l’amalgamazione del Cristianesimo con il Babilonesimo, il risultato doveva certamente essere quello che vide Ezechiele, nel Cap. 8:10: “Io entrai, e guardai: ed ecco ogni sorta di figure di rettili e di bestie abominevoli, e tutti gl’idoli della Casa d’Israele dipinti attorno sul muro.” Ap. 18:2: “Egli gridò con forza e a gran voce, dicendo: ‘È caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata una dimora di demoni, un covo di ogni spirito immondo, un covo di ogni uccello immondo ed abominevole. Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino dell’ardore della sua fornicazione.’”
Ora, questa dottrina Nicolaitiana, questo governo che venne stabilito nella chiesa, su molte persone non fece una buona presa poiché essi potevano leggere degli spezzoni di epistole o scritti della Parola, trascritti da qualche persona pia. Dunque, cosa fece la chiesa? Essa scomunicò i giusti maestri e bruciò le pergamene. Essi dissero: “Per leggere e comprendere la Parola, ci vuole una speciale istruzione. Poiché perfino Pietro disse che molte cose che Paolo scrisse erano difficili a capire.” Così, avendo tolta al popolo la Parola, presto avvenne che il popolo ascoltava solo ciò che il prete aveva da dire, e faceva quello che lui diceva loro di fare. Ed essi chiamarono questo ‘Dio e la Sua santa Parola.’ Essi sopraffecero le menti e la vita delle persone, facendo di loro i servi di un dispotico sacerdozio.
Ora, se volete la prova che la Chiesa Cattolica esige la vita e la mente degli uomini, ascoltate semplicemente quanto dice l’editto di Teodosio II. Il Primo Editto di Teodosio.
Questo editto fu pubblicato immediatamente dopo che egli fu battezzato nella Prima Chiesa di Roma. “Noi tre imperatori, vogliamo che i nostri sudditi aderiscano fermamente alla religione, la quale fu insegnata da San Pietro ai Romani, la quale è stata fedelmente preservata tramite la tradizione e che viene ora professata dal pontefice, Damaso di Roma, e da Pietro, vescovo di Alessandria, un uomo di santità Apostolica secondo l’istituzione degli Apostoli e la dottrina del Vangelo; crediamo dunque in una Deità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, di eguale maestà nella Santa Trinità. Noi dunque ordiniamo che gli aderenti a questa fede siano chiamati Cristiani Cattolici; noi tacciamo tutti gli insensati seguaci delle altre religioni con l’infame nome di eretici, e proibiamo alle loro conventicole di assumere il nome di chiese. Oltre alla condanna della giustizia divina, essi dovranno aspettarsi la grave punizione la quale la nostra autorità, guidata dalla saggezza celeste, crederà opportuno infliggere...”
Le quindici leggi penali che decretò questo imperatore, per molti anni tolsero agli evangelici ogni diritto di esercitare la loro religione, li escluse da ogni impiego civile; facendogli pagare ammende, confische, esilio ed in alcuni casi, la morte.
Sapete cosa? Proprio oggi noi siamo in quella rotta!
La Chiesa Cattolica Romana chiama se stessa la Madre-chiesa. Essa chiama se stessa la prima ed originale chiesa. Ciò è assolutamente corretto. Essa fu l’originale Prima Chiesa di Roma che si sviò e finì nel peccato. Essa fu la prima ad organizzarsi. In lei furono trovate le opere e poi la dottrina del Nicolaitismo. Nessuno negherà che ella è una madre. Ella è una madre ed ha prodotto delle figlie. Ora, una figlia proviene da una donna. Una donna vestita di scarlatto è seduta sui sette colli di Roma. Ella è una meretrice ed ha partorito delle figlie. Queste figlie sono le chiese Protestanti che vennero fuori da essa, e che poi ritornarono dritte indietro nell’organizzazione e nel Nicolaitismo. Questa Madre delle figlie-chiese, è chiamata una meretrice. Questa è una donna che è stata infedele ai suoi voti matrimoniali. Ella era sposata a Dio, ma poi si allontanò, fornicando con il diavolo e, nella sua fornicazione, ella ha dato alla luce delle figlie che sono proprio come lei. Questa combinazione di madre e figlie, è anti-Parola, anti-Spirito e, di conseguenza, anti-Cristo. Sì, ANTICRISTO!
Ora, prima che io m’inoltri su questo, vorrei menzionare che questi primitivi vescovi pensavano che essi erano al di sopra della Parola. Essi dicevano alla gente che potevano perdonare i loro peccati, con la semplice confessione di tali peccati. Questa non fu mai la verità! Nel secondo secolo essi cominciarono a battezzare i neonati. Essi in realtà praticarono un battesimo rigenerativo. Se oggi la gente è confusa, non c’è da stupirsi! Se essi erano cosí ingrovigliati allora, quando erano ancora vicini alla Pentecoste, quanto più sono ora in una disperata condizione, essendo che sono circa duemila anni lontani dalla verità originale?
Oh! Chiesa di Dio, v’è una sola speranza: Ritornare alla Parola e rimanere con Essa.
LA DOTTRINA DI BALAAM
Ap. 2:14: “Ma ho alcune cose contro di te: tu hai colà alcuni che ritengono la dottrina di Balaam, il quale insegnò a Balak a porre un’insidia davanti ai figli d’Israele per farli cadere, inducendoli a mangiare cose sacrificate agli idoli e a fornicare.”
Ora, voi proprio non potete avere nella chiesa un’istituzione Nicolaita, senza avere infiltrato pure quest’altra dottrina. Vedete; se voi togliete la Parola di Dio ed il movimento dello Spirito, quale mezzo di adorazione (coloro che Mi adorano devono adorarMi in Spirito e in verità), allora voi dovete dare al popolo un’altra forma di adorazione quale surrogato, ed ogni surrogato significa: Balaamismo.
Se noi vogliamo comprendere cosa sia la dottrina di Balaam nella chiesa del Nuovo Testamento, allora è meglio che andiamo indietro per vedere che cosa essa era nella chiesa del Vecchio Testamento, applicarlo a questa terza epoca, per poi risalire fino alla presente.
La storia si trova in Numeri, dal Capitolo 22 al 25. Ora, noi sappiamo che Israele era il popolo scelto da Dio. Essi erano i Pentecostali del loro giorno. Essi si erano rifugiati sotto al sangue; erano tutti stati battezzati nel Mar Rosso ed erano usciti dall’acqua cantando nello Spirito, danzando sotto l’energia dello Spirito Santo, mentre Miriam, la profetessa, suonava il suo tamburino. Bene, dopo aver camminato per un certo tempo, questi figli d’Israele giunsero a Moab. Voi vi ricorderete chi era Moab. Egli era il figlio che Lot ebbe da una delle sue proprie figlie, ed a sua volta Lot era un nipote di Abrahamo; così Israele e Moab erano parenti. Io voglio che questo lo vediate. I Moabiti conoscevano la verità, a prescindere dal fatto che la vivessero o meno.
Così Israele giunse ai confini di Moab ed inviò dei messi al re, dicendo: “Noi siamo fratelli. Lasciateci passare attraverso il vostro territorio. Se la nostra gente o i nostri animali mangiano o bevono qualcosa, noi saremo felici di pagarlo.” Ma Re Balak ne fu veramente turbato! Il capo di quel mucchio di Nicolaiti, non volle affatto che la chiesa passasse di là, con quei suoi segni, meraviglie, le diverse manifestazioni dello Spirito Santo e con i loro volti raggianti della gloria di Dio. Era un rischio troppo grande, poiché egli poteva perdere qualcuno della sua gente! Perciò Balak rifiutò di lasciar passare Israele. Infatti, la sua paura di loro era tanto grande che egli andò da un profeta mercenario, chiamato Balaam, e gli chiese di fare da mediatore tra lui e Dio, supplicando l’Onnipotente di maledire Israele e di renderli impotenti. E Balaam, siccome era desideroso di prendere parte negli affari politici onde divenire un grande uomo, non fu altro che contento di farlo. Ma, sapendo che egli doveva accostarsi per ricevere un’udienza da Dio e poter così maledire il popolo, dato che egli non poteva farlo da se stesso, allora egli andò a chiedere a Dio se poteva avere il Suo permesso per andare. Ora, non è questo proprio come i Nicolaiti che abbiamo oggi con noi? Essi maledicono ognuno che non vuole andare sulla loro strada.
Quando Balaam chiese a Dio il permesso per andare, Dio lo respinse. My, che botta! Ma Balak insistette, promettendogli ancor più grandi onori e ricompense. Così Balaam ritornò da Dio. Ora, una sola risposta da Dio avrebbe dovuto essere sufficiente. Non lo fu però per Balaam, che voleva fare la sua propria volontà. Quando Dio vide la sua perversità, allora Egli gli disse di alzarsi e di andare avanti. Prestamente egli sellò la sua asina e partì. Egli avrebbe dovuto realizzare che questa era semplicemente la volontà permissiva di Dio, e che lui non sarebbe mai stato capace di maledirli, anche se fosse andato per venti volte ed avesse tentato per venti volte. Come è simile a Balaam la gente oggi! Essi credono in tre Dèi, si battezzano nei tre titoli invece che nel NOME, e ciononostante Dio fa scendere lo Spirito su di loro come Egli fece su Balaam, ed essi vanno avanti credendo di trovarsi esattamente nel giusto, quando invece in realtà sono dei perfetti Balaamiti. Vedete la dottrina di Balaam? Vai avanti comunque! Fallo alla tua maniera! Essi dicono: “Beh, Dio ci ha benedetti. Perciò, deve essere tutto a posto!” Lo so che Egli ti ha benedetto. Questo io non lo nego. Ma essa è la medesima strada organizzazionale che prese Balaam! Essa è una sfida alla Parola di Dio. Essa è un falso insegnamento.
Così Balaam scese precipitosamente giù lungo la via fintanto che un angelo, inviato da Dio, gli sbarrò la strada. Ma quel profeta (vescovo, cardinale, presidente o ispettore generale), a causa del pensiero del denaro, della gloria e dell’onore, fu talmente accecato nelle cose Spirituali sì da non poter vedere l’angelo che gli stava dinanzi, con la spada sguainata. Eccolo stare lí, per bloccare quel folle profeta. La piccola asina però lo vide e, deviando a destra e a sinistra, alla fine essa finì per schiacciare il piede di Balaam contro un muro di pietra. L’asina si fermò e non volle più andare avanti. Non però lui! Così Balaam saltò giù e cominciò a batterla. L’asina allora si mise a parlare a Balaam. Dio fece sì che quell’asina parlasse in una lingua! L’asina non era un ibrido; ella era un seme originale. Ella disse all’orbo profeta: “Non sono io la tua asina, e non ti ho io portato fedelmente?” Ma Balaam replicò: “Sì, sì, tu sei la mia asina, e mi hai portato fedelmente fino ad ora; ma se io non riesco a farti camminare, io ti ucciderò...ehi! che roba è questa! parlare con un’asina? Questo è ridicolo! Mi par di aver sentito parlare l’asina, e io le rispondevo!”
Dio ha sempre parlato in una lingua. Egli parlò alla festa di Belsatzar e poi a Pentecoste. Egli lo sta facendo di nuovo anche oggi. Essa è un avvertimento del giudizio che sta per venire.
Poi l’angelo si rese visibile anche a Balaam. Egli disse a Balaam che se non fosse stato per l’asina, egli sarebbe già morto per aver tentato Dio. Ma quando Balaam promise di tornare indietro, egli fu mandato avanti con l’ammonizione di dire solo quel che Dio gli dava da dire.
Così Balaam andò giù ed eresse sette altari per gli animali puri del sacrificio. Egli uccise un montone, per significare la venuta del Messia. Egli sapeva cosa fare per accostarsi a Dio. Egli aveva la giusta meccanica; ma non la dinamica. Lo stesso è anche oggi. Non riuscite a vedere questi Nicolaitiani? Laggiú nella valle v’era Israele che offriva il medesimo sacrificio, facendo le stesse cose; ma solo uno però aveva i segni che lo seguivano. Solo uno aveva Dio nel suo mezzo. La forma non vi porta da nessuna parte. Essa non può prendere il posto della manifestazione dello Spirito. Questo è quel che avvenne a Nicea. Anziché la dottrina di Dio, essi adottarono la dottrina di Balaam. Così essi inciamparono, anzi: caddero. Essi divennero uomini morti!
Dopo che il sacrificio fu fatto, Balaam era pronto per profetizzare. Ma Dio gli legò la lingua, sì che egli non poté maledirli. Egli invece li benedisse.
Balak andò in collera; ma non c’era niente che Balaam poté fare circa la profezia. Essa era stata pronunciata tramite lo Spirito Santo. Così Balak disse a Balaam di scendere più giù, nella valle, e guardare sui loro punti deboli, per vedere se mai vi fosse una maniera per cui egli potesse in qualche modo maledirli. Le tattiche usate da Balak, sono le stesse tattiche che essi usano oggi. Le grandi denominazioni guardano giù ai piccoli gruppi, e qualunque cosa essi trovino in loro che possa fare scandalo, essi la portano fuori e la divulgano. Se i modernisti vivono nel peccato, nessuno dice qualcosa in merito; ma lasciate che un eletto venga a trovarsi in difficoltà, e vedrete come ogni giornale lo divulga per tutto il paese. Sì, Israele aveva anche i suoi punti negativi (carnali). Essi avevano anche degli aspetti che non erano degni di lode; ma malgrado le loro imperfezioni; tramite il proposito di Dio che opera attraverso l’elezione, per grazia e non per opere, ESSI AVEVANO LA NUVOLA DURANTE IL GIORNO E LA COLONNA DI FUOCO DURANTE LA NOTTE; ESSI AVEVANO LA ROCCIA PERCOSSA, IL SERPENTE DI RAME, I SEGNI ED I MIRACOLI. Essi erano confermati—non in se stessi, ma in Dio.
Dio non aveva alcun rispetto per quei Nicolaiti, nonostante le loro Lauree in Filosofia, Dottorati in Legge, Dottorati in Teologia, e tutte le loro belle organizzazioni, ed il meglio che l’uomo possa vantare; Egli però aveva rispetto verso Israele, poiché essi avevano nel loro mezzo la Parola confermata. Certo, Israele non appariva raffinato, dato che essi erano appena venuti fuori in tutta fretta dall’Egitto, ma in ogni caso: essi erano un popolo benedetto. Tutto quel che essi conoscevano da più di 300 anni era di pascere i greggi, lavorare i campi, e sotto gli Egiziani erano schiavi della paura della morte. Ma ora essi erano liberi! Essi erano un popolo benedetto per mezzo della sovranità di Dio. Certo, Moab guardava giù su di loro. Anche tutte le altre nazioni lo fecero. L’organizzazione guarda sempre sui non organizzati, e sono determinati, o farli entrare nell’organizzazione, oppure distruggerli, se non vogliono venire.
Ora, qualcuno potrebbe chiedermi: “Fratello Branham, cos’è che ti fa pensare che Moab sia stato organizzato mentre Israele non lo era? Da dove hai preso questa idea?” Io l’ho presa proprio qui, nella Bibbia. È tutto simboleggiato qui. Tutto ciò che in forma di storia è scritto nel Vecchio Testamento, è scritto per nostra ammonizione, così che noi da ciò possiamo imparare. Ecco proprio qui in Num. 23:9: “Io lo guardo dal sommo delle rupi e lo contemplo dall’alto dei colli; ecco, è un popolo che dimora SOLO, e non è CONTATO NEL NOVERO DELLE NAZIONI.” Eccolo qui! Dio guarda giù dalla sommità delle rocce, non da una valle; per vedere i loro punti non buoni e condannarli. Dio li vedeva nella maniera che Egli voleva vederli—cioè, dalle alture dell’amore e della misericordia. Essi dimoravano SOLI e non erano organizzati. Essi non avevano un re. Essi avevano un profeta e, tramite lo Spirito, il profeta aveva Dio nel suo intimo; la Parola veniva al profeta, e poi Essa andava al popolo. Essi non appartenevano all’O.N.U.. Essi non appartenevano al Concilio Mondiale delle Chiese; o ai Battisti, Presbiteriani, Assemblee di Dio o ad altri gruppi. Essi non avevano bisogno di appartenervi. Essi erano uniti a Dio! Essi non avevano bisogno d’alcun consiglio da nessun concilio—in mezzo a loro essi avevano il “Così dice il Signore.” Alleluia!
Ora, nonostante il fatto che Balaam sapesse come avvicinarsi a Dio per poter ottenere una rivelazione dal Signore tramite uno speciale conferimento di potenza, tuttavia egli era ancora un vescovo del falso gruppo. Infatti, cosa fece egli per guadagnarsi il favore di Balak? Egli formulò un piano col quale Dio sarebbe stato forzato a trattare Israele con la morte. Proprio come Satana seppe che seducendo Eva (facendo sì che ella cadesse nel peccato carnale) avrebbe così indotto Dio a pronunciare la Sua sentenza di morte contro al peccato, così anche Balaam sapeva che se egli poteva indurre Israele al peccato, allora Dio avrebbe dovuto trattarli con la morte. Così egli elaborò un piano per far sì che essi venissero su ad unirsi nel peccato. Egli mandò loro degli inviti per farli venire alla festa di Baal-Peor (su, venite ad adorare con noi!) Ora, senza dubbio, Israele aveva già visto le feste degli Egiziani, perciò essi pensarono che non era poi tanto sbagliato andare semplicemente a dare un’occhiata, e magari mangiare con quella gente. (Cosa c’è di male se si ha comunione con gli altri? Noi dobbiamo amarli, non è vero? Altrimenti, come possiamo guadagnarli!) Essere amichevoli non fa mai male a nessuno—più o meno essi pensavano così. Ma quando quelle sexy donne Moabite cominciarono a danzare e a svestirsi mentre giravano intorno ballando il loro ‘rock and roll’ ed il ‘twist,’ allora negli Israeliti si eccitò il desiderio sí che furono attirati nell’adulterio, e Dio, adiratosi, ne uccise di loro quarantaduemila.
E questo è appunto quel che Costantino ed i suoi successori fecero a Nicea, e dopo Nicea. Essi invitarono al convegno il popolo di Dio. E quando la chiesa si sedette per mangiare, e si levò per giocare (partecipando al formalismo chiesastico, cerimonie e feste pagane denominate secondo i riti Cristiani) essa cadde nella trappola; ella aveva commesso fornicazione. E Dio andò via.
Quando qualsiasi uomo si storna dalla Parola di Dio e si unisce ad una chiesa invece di ricevere lo Spirito Santo; quell’uomo muore. Morto! Questo è ciò che egli è. Non unirti ad una chiesa! Non entrare nell’organizzazione per essere preso su dai credi e tradizioni o da qualunque altra cosa che prenda il posto della Parola e dello Spirito, altrimenti sei morto! Tutto è finito! Tu sei morto. Eternamente separato da Dio! Sin d’allora, questo è quel che è accaduto in ogni epoca. Dio libera la gente. Essi vengono fuori tramite il sangue, santificati tramite la Parola, passano attraverso l’acqua del battesimo e vengono riempiti con lo Spirito; ma dopo un po’ il primo amore si raffredda ed allora a qualcuno viene l’idea che essi debbano organizzarsi, in modo da potersi preservare; danno a se stessi un nome ed ecco che nella seconda generazione, talvolta anche prima, essi sono già organizzati. E così essi non hanno più lo Spirito di Dio, ma bensì solo una adorazione formale. Essi sono morti! Essi hanno ibridizzato se stessi con i credi ed il formalismo, ed in loro non v’è più vita.
Così Balaam indusse Israele a commettere fornicazione. Lo sapevate che la fornicazione fisica è esattamente lo stesso spirito che risiede nella religione organizzata? Io ho detto che, lo spirito di fornicazione, è lo spirito di organizzazione. E tutti i fornicatori avranno la loro parte nello stagno di fuoco. Questo è ciò che Dio pensa dell’organizzazione. Sissignore! La meretrice e le sue figlie saranno nello stagno di fuoco.
Le denominazioni non sono da Dio. Esse non lo sono mai state e mai lo saranno. È un cattivo spirito che separa il popolo di Dio in gerarchie e laici; esso è, dunque, un cattivo spirito perché separa la gente dalla gente. Ecco cosa fanno le organizzazioni e le denominazioni! Nell’organizzarsi essi separano se stessi dalla Parola di Dio, e dirigono se stessi all’adulterio spirituale.
Notate ora che Costantino dette al popolo delle feste speciali. Esse erano le vecchie feste pagane sotto nuovi nomi presi dalla chiesa, o in alcuni casi, le cerimonie pagane abusarono dei riti Cristiani. Egli prese l’adorazione del dio sole e la mutò in quella del Figlio di Dio. Invece di celebrarla il 21 Dicembre, cioè quando essi usavano celebrare la festa al dio sole, essi la spostarono al 25 Dicembre, chiamandola poi il giorno della nascita del Figlio di Dio. Però noi sappiamo che Egli nacque in Aprile, quando viene fuori la vita, e non in Dicembre. Ed essi presero la festa di Astarte e la chiamarono la celebrazione della Pasqua, nella quale il Cristiano si suppone debba celebrare la morte e la risurrezione del Signore. In realtà, essa era una festa pagana di Astarte.
Essi misero nella chiesa degli altari. Vi misero dentro delle immagini. Essi dettero al popolo ciò che chiamavano il ‘credo degli apostoli’; sebbene voi questo non lo trovate nella Bibbia. Essi insegnarono al popolo il culto degli antenati, facendo perciò della Chiesa Cattolica Romana la più grande chiesa spiritica del mondo. Ogni uccello impuro era in quella gabbia. E voi vedete che, con le loro organizzazioni, i Protestanti fanno la stessa cosa.
Essi mangiarono cose sacrificate agli idoli. Ora, io non dico che ciò significhi veramente che essi mangiassero letteralmente le carni sacrificate agli idoli. Poiché, sebbene il consiglio di Gerusalemme si era pronunciato contro tali cose, Paolo questo non lo enfatizzò molto per il fatto che egli disse che gli idoli sono nulla. Era piuttosto un affare di coscienza, a meno che ciò non offendesse un fratello più debole, allora questo non era permesso. Per di più, questa Rivelazione ha a che fare coi Gentili e non coi Giudei, dato che queste sono chiese Gentili. Io vedo questo nella stessa luce in cui vedo le parole del Signore: “Se non mangiate la Mia carne e bevete il Mio sangue, non avete vita in voi. L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni Parola che procede dalla bocca di Dio.” Così voi potete vedere che mangiare, in realtà, vuol dire prendere parte in senso spirituale. Così, quando questa gente s’inchinava alle immagini, accendeva candele, festeggiava riti pagani e confessava i suoi peccati agli uomini (e tutto questo appartiene alla religione del diavolo), essi erano partecipi col diavolo e non con il Signore. Che lo ammettessero o meno, essi erano nell’idolatria. Essi possono dire tutto quel che vogliono, e che gli altari e l’incenso sono solo per ricordare loro le preghiere del Signore o cos’altro intendano che significhi; essi possono ben dire che quando pregano davanti ad un’immagine è semplicemente per dare enfasi; che quando si confessano al prete, in realtà nel loro cuore essi lo stanno facendo a Dio, e quando dicono che il prete li ha perdonati, è semplicemente perché egli lo fa nel Nome del Signore; essi possono dire quel che vogliono, ma in realtà essi stanno partecipando a quella ben nota Babilonica e Satanica religione, ed hanno unito se stessi agli idoli e commesso fornicazione spirituale, il che significa: morte. Essi sono morti!
Così, la chiesa e lo Stato si sposarono. La chiesa si unì agli idoli. Con la potenza dello Stato dietro di loro, essi sentirono che ora: “Il regno era venuto e che la volontà di Dio era stata imposta sulla terra.” Non c’è da stupirsi se la Chiesa Cattolica Romana non guarda per il ritorno del Signore Gesù! Essi non sono millennialisti. Il loro millennio ce l’hanno proprio ora. Proprio ora il papa sta regnando, e Dio sta regnando in lui. Così, secondo loro, Egli viene quando il nuovo cielo e la nuova terra sono preparati. Ma essi sbagliano! Quel papa è il capo della falsa chiesa; e ci sarà un millennio; ma quando questo giungerà, egli non sarà in esso. Egli sarà da qualche altra parte! L’AMMONIMENTO
Ap. 2:16: “Ravvediti dunque, altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della Mia bocca.”
Cos’altro può Egli dire? Può Dio tralasciare il peccato di coloro che hanno portato il Suo Nome invano? C’è solo un modo per ricevere grazia nell’ora del peccato, RAVVEDERSI. Confessare che hai sbagliato. Venire a Dio per aver perdono e per lo Spirito di Dio. Questo è un comando da Dio. Disobbedirlo significa morte, poiché Egli dice: “Io ti farò guerra con la spada della Mia bocca.” La bestia fece guerra ai santi, ma Dio farà guerra alla bestia. Quelli che combatterono contro la Parola, un giorno scopriranno che la Parola combatterà contro di loro. È una cosa seria togliere od aggiungere qualcosa alla Parola di Dio! Poiché, per coloro che l’hanno cambiata, facendo di Essa quel che andava bene a loro, quale sarà la loro fine se non che morte e distruzione? Eppure la grazia di Dio continua a gridare: “Ravvedetevi!” Oh, come son dolci i pensieri del ravvedimento! Io non ho nulla nelle mie mani da portarti, ma mi aggrappo semplicemente alla Tua croce. Ti porto le mie sofferenze. Mi pento di essere quel che sono, e di quel che ho fatto. Ora è il sangue, nient’altro che il sangue di Gesù. Che sarà? Ravvedimento, o la spada mortale? Dipende da te!
LE RICOMPENSE
Ap. 2:17: “Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: a chi vince Io darò da mangiare della manna nascosta; e gli darò una pietruzza bianca, e sulla [la versione inglese King James riporta ‘nella,’ e non ‘sulla’—N.d.T.] pietruzza sta scritto un nuovo nome che nessuno conosce, se non colui che lo riceve.”
Ogni messaggio di ciascuna epoca porge al credente un incentivo, incoraggiandolo ad essere un vincitore e perciò essere ricompensato dal Signore. In questa epoca lo Spirito sta promettendo la manna nascosta ed un nuovo nome scritto in una pietruzza bianca.
Ora, dato che ciascuno di questi messaggi è diretto ‘all’angelo’—(messaggero umano), gli incombe una responsabilità veramente grande, come pure un meraviglioso privilegio. A questi uomini Dio fa delle promesse speciali, come nel caso dei dodici apostoli che si metteranno a sedere sui dodici troni per giudicare le dodici tribù d’Israele. Inoltre, ricordatevi che a Paolo fu data una promessa speciale: quella di presentare a Gesù le persone della sposa del suo giorno. 2a Cor. 11:2: “Io sono infatti geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a uno sposo, per presentarvi a Cristo come una casta vergine.” Così sarà con ogni messaggero che è stato fedele alla Parola della sua ora e della sua epoca. Sarà pure così nell’ultimo giorno. Essa sarà la stessa speciale ricompensa che fu data a Paolo. Io penso che molti di voi ricordano quando dissi di come ho sempre avuto paura di morire ed incontrare il Signore, e che Egli non sarebbe stato contento di me, dato che son venuto meno verso di Lui così tante volte. Ebbene, una mattina, mentre mi trovavo ancora a letto, io stavo riflettendo su questo, e d’improvviso fui preso su in una visione molto peculiare. Dico che essa era peculiare perché io ho avute migliaia di visioni e nemmeno una volta mi era sembrato di aver lasciato il mio corpo. Ma qui io fui elevato; poi guardai indietro per vedere mia moglie, ed io vidi il mio corpo che giaceva là, a fianco a lei. Poi ritrovai me stesso nel luogo più bello che io abbia mai visto. Esso era un paradiso! Io vidi schiere della più bella e più felice gente che abbia mai visto. Tutti erano d’aspetto molto giovane—circa dai 18 ai 21 anni d’età. In loro non c’era neanche un capello grigio né alcuna ruga od alcuna deformità. Le giovani donne avevano tutte la loro capigliatura giù fino alle anche, ed i giovani erano così belli e forti. Oh, come mi accolsero! Essi mi abbracciarono chiamandomi il loro caro fratello, e continuavano a dirmi quanto erano felici di vedermi. Mentre mi chiedevo chi mai fossero tutte queste persone, uno che mi era a fianco disse: “Essi sono la tua gente!”
Io ero così sbalordito! Gli chiesi: “Sono questi tutti dei Branham?”
Egli disse: “No, essi sono i tuoi convertiti.” Poi egli indicò una signora, e disse: “Vedi quella giovane donna che stavi ammirando un momento fa? Ella aveva 90 anni quando tu la guadagnasti al Signore.”
Io dissi: “Oh, my, e pensare che questo è ciò di cui avevo paura!”
L’uomo disse: “Noi siamo qui a riposarci, mentre aspettiamo per la venuta del Signore.”
Io replicai: “Io vorrei vederLo.”
Egli disse: “Tu non Lo puoi ancora vedere; ma Egli verrà presto, e quando Egli verrà, Egli verrà prima da te, e tu sarai giudicato secondo il Vangelo che hai predicato, e noi saremo i tuoi soggetti.”
Io dissi: “Intendi dire che sono responsabile di tutti questi?”
Egli disse: “Di ognuno! Tu fosti nato quale un conduttore.”
Io gli chiesi: “Sarà ognuno responsabile? Che ne sarà di San Paolo?”
Egli mi rispose: “Egli sarà responsabile per il suo giorno.”
“Bene,” dissi io: “Io ho predicato lo stesso Vangelo che predicò Paolo.” E la moltitudine esclamò: “Noi ci stiamo riposando su questo!”
Sì, io posso ben vedere che Dio darà una speciale ricompensa ai Suoi messaggeri i quali hanno adempiuto fedelmente la responsabilità che Egli aveva posta su di loro. Se essi hanno ricevuto la rivelazione della Parola per quella epoca e l’hanno, nel loro giorno, predicata fedelmente, e vissero ciò che predicarono, essi riceveranno una grande ricompensa.
Ora, con questo pensiero in mente, guardiamo di nuovo a questo versetto: “Io gli darò la manna nascosta.” Noi tutti sappiamo che la manna era il cibo degli angeli; essa era ciò che Dio fece scendere sull’erba per Israele durante il tempo del suo pellegrinaggio. Esso era un cibo perfetto. È stupendo come quei piccoli fiocchi di cibo li mantennero in perfetta salute. Nessuno si ammalò! Essa era tutto quel di cui avevano bisogno. Quando l’arca fu costruita essi vi misero dentro un po’ di manna. Poi l’arca fu posta dietro la cortina e solo il sommo sacerdote poteva accostarsi ad essa, avendo egli il sangue del sacrificio. Il Pane dal cielo, simboleggiato dalla manna, scese un giorno dal cielo e divenne Vita per tutti quelli che credono in Lui. Egli disse: “Io sono il pane della vita. Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo, chiunque mangia di questo pane vivrà per sempre.” Quando Egli andò via, Egli ci lasciò la Sua Parola: “L’uomo non vive di solo pane, ma di ogni Parola che procede dalla bocca di Dio.”
La Sua Parola era pane. Essa era la manna perfetta, la quale, se un uomo vive di Essa, non morrà mai. Ma proprio dopo la morte dei padri, sembrava che nessuno conoscesse più l’esatta verità, ed in breve tempo questa manna parve come se fosse nascosta al popolo. Però in ogni epoca Dio cominciò a ridare, tramite rivelazione, ciò che era nascosto; fino a che in questo ultimo giorno, secondo Ap. 10:7, verrà un profeta che rivelerà tutti i misteri, ed allora il Signore verrà. Ora, dico, in ciascuna epoca i messaggeri ricevettero la verità nascosta. Essi però non la ricevettero solo per se stessi. Ma è come quando fu chiesto ai discepoli di servire le moltitudini con i pani ed i pesci; Gesù dette loro il pane spezzato, ed essi a loro volta lo dettero al popolo. Dio dà al vincitore la Sua manna nascosta. Ciò non può essere diversamente. Egli non aprirebbe i Suoi tesori a coloro che disprezzano ciò che è già stato rivelato.
Ciò che io ho detto circa il messaggero di ciascuna epoca, cioè che riceve da Dio alcune delle verità originali della Pentecoste, è raffigurato nel Vecchio Testamento ove a Mosé fu comandato di raccogliere tre gomeri e mezzo di manna e metterla in un recipiente d’oro dietro alla cortina del luogo santissimo. Là poteva entrarvi, con il sangue del sacrificio, solo il sommo sacerdote di ogni generazione. Egli dunque poteva prendere una piccola porzione di questa manna (dato che essa non si guastava) che era parte dell’originale, e la mangiava. Ora, in ogni epoca, al messaggero del Signore per quell’epoca, fu data la rivelazione di Dio per quello specifico periodo. Una volta che il messaggero veniva illuminato dalla verità, egli portava quella verità al popolo. E coloro le cui orecchie erano state aperte dallo Spirito, udirono quella verità, la credettero, e la vissero.
Ora, dunque, v’è anche il pensiero della futura partecipazione alla manna nascosta. Io penso che ciò sarà il prendere eternamente parte alla rivelazione di Gesù Cristo nelle eterne epoche a venire. Altrimenti, come potremmo noi cominciare a conoscere le insondabili ricchezze del Suo stesso Essere? Tutto quel che noi abbiamo bramato conoscere, tutte le nostre domande rimaste senza risposta, tutto ciò sarà allora rivelato. Ciò verrà da Cristo, Colui che ricevendoLo è la nostra vita. Oh! Talvolta quaggiù sulla terra noi pensiamo di conoscere un po’ di Lui e della Sua Parola, e questo è così buono, ciò ci rende gioiosi; ma un giorno, quando la nostra carne sarà mutata, allora Lui e quella Parola diverranno quel che mai avremmo potuto sognare fosse possibile.
Qui dice pure che Egli darà al vincitore una pietruzza bianca, e nella (non sulla) pietruzza sta scritto un nuovo nome, che solo il proprietario conosce. Ora, l’idea di un nuovo nome è familiare. Abramo fu cambiato in Abrahamo, Sarai in Sara, Giacobbe in Israele, Simone in Pietro, e Saulo in Paolo. Questi nomi, o portarono un cambiamento, o furono dati a motivo di un cambiamento. Fu solo dopo che Abramo e Sarai ebbero dal Signore cambiati i loro nomi, che essi furono resi pronti a ricevere il figlio che stava per venire. Nel caso di Giacobbe, egli dovette vincere e poi fu chiamato principe. Nel caso di Simone e di Saulo, il loro cambiamento avvenne quando essi ricevettero il Signore. Ed oggi ciascuno di noi, quale vero credente, ha un cambiamento di nome. Noi siamo Cristiani! Esso è un nome a tutti noi comune. Ma un giorno, noi avremo un altro cambiamento; noi di certo riceveremo un nuovo nome. Potrebbe benissimo essere che quel nome sia il nostro vero nome originale, il quale fu scritto nel Libro della Vita dell’Agnello fin dalla fondazione del mondo. Egli conosce quel nome, noi invece no. Ma un giorno, quando a Lui piacerà, noi lo conosceremo pure.
Una pietruzza bianca. Quanto è meraviglioso! Qui c’è un’altra figura del santo che riceve la ricompensa dalla mano di Dio per tutte le sue tribolazioni patite sulla terra. Sapete, dopo Costantino, la falsa chiesa fu in grado di intingere la sua mano nel tesoro dello Stato e perciò erigere dei bei edifici pieni di magnifiche sculture. Queste statue, fatte di marmo bianco, in realtà non erano altro che idoli Romani, i quali venivano chiamati coi nomi dei santi. Le chiese ed i loro ornamenti erano eccezionalmente belle, come anche oggi lo si può ben vedere. Ma Dio non era con loro! Dove era Dio? Egli era coi Suoi santi in qualche piccola casa, o in una grotta, o in qualche selvaggia regione montagnosa, ove essi si nascondevano dai membri della falsa chiesa. Essi non avevano dei bei edifici, corali togate, bei vestiti, ed altre attrazioni mondane. Ma ora in questa speciale promessa, fatta ai veri credenti di tutte le epoche, Dio ha dichiarato che Egli darà loro delle ricompense di grande bellezza e di eterna durata. Lasciate che il ricco guardi in basso con disprezzo sul povero! Lasciate che essi diano alla chiesa grandi somme, sì che in cambio essa possa onorare il donatore col mettere in pubblico in loro onore una lapide di marmo o qualche scultura, onde tutti possano applaudire. Un giorno, l’Iddio Che tutto vede e tutto conosce, loderà ancora una volta la vedova per aver dato il suo tutto, anche se si trattava di due soli spiccioli, e Lui, Lui stesso, la ricompenserà con i tesori celesti.
Sì, manna nascosta ed un nuovo nome in una pietruzza bianca. Quanto è buono il Signore verso noi per ricompensarci così meravigliosamente, noi che siamo così indegni! Oh! Io voglio esser pronto in ogni istante, per fare la Sua volontà, e depositare così dei tesori nel cielo.